Ogni tanto i media ci presentano statistiche sulla demografia in Italia dalle tinte fosche e scenari che lasciano poco spazio alla speranza. Ne seguono domande e analisi sui motivi che possono spiegare questi dati… ma spesso la risposta alla domanda sul perché in Italia si facciano pochi figli è che i giovani sono economicamente e professionalmente troppo precari.
Per questo la storia di quanto accaduto a Pisa rappresenta una di quelle storie che lascia aperto il cuore alla speranza e noi ci sentiamo di segnalarla come storia esemplare per tutti. Lui si chiama Davide, ha 43 anni, ed è l'amministratore unico di una azienda nata nel 2010 che si occupa di riscaldamento; lei si chiama Selene, ha circa trent'anni, ed è una delle impiegate che lavora con lui: segretaria part-time. Avvicinandosi la data della scadenza del contratto, Selene ha chiesto un colloquio a Davide per parlargli del suo futuro lavorativo. Preoccupata, nervosa, gli ha comunicato di aspettare un bambino. Lui sorride e le fa gli auguri. Dopo qualche giorno Davide convoca Selene e le consegna la lettera di assunzione: il manager crede nei giovani, considera Selene una risorsa ed intende puntare su di lei. La aspetterà al suo ritorno dalla maternità, le augura di vivere al meglio e con serenità questa fase bellissima della sua vita aspettandosi che lei torni al lavoro felice e determinata. Nel frattempo assumerà una sostituzione che spera un giorno di poter stabilizzare a tempo indeterminato.
La riflessione che ci sentiamo di poter aggiungere a questa bella storia è che situazioni del genere devono diventare quotidiane e non fare più notizia nel nostro Paese. Sono proprio ragionamenti come quello del manager pisano a rendere virtuosa una società, dal punto di vista etico ed economico. Sì, anche economico, perché lavorare quando si è felici e realizzati, rende di più! L'augurio è che alle tante e giuste battaglie che si fanno in difesa delle donne, si possa aggiungere anche questa: che nessuna donna debba essere discriminata sul lavoro per il fatto di scegliere di mettere al mondo un bambino. Storie come quella che abbiamo raccontato non dovrebbero destare nessuna meraviglia e diventare ordinarie. Invece, purtroppo, in primo piano troviamo ancora inchieste sulle dimissioni in bianco in caso di gravidanza e discriminazioni di genere in ufficio. Secondo l’Istat, una donna su due resta a casa quando diventa mamma.