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Il disarmo: la scelta più sensata che possiamo fare

Ginevra

Foto di Annette Jones da Pixabay

La giornata internazionale per il disarmo e la sensibilizzazione sulla non proliferazione delle armi è estremamente attuale perché le guerre non diminuiscono, anzi, come afferma Papa Francesco, crescono insieme alla produzione e alla commercializzazione delle armi. Se proseguiamo su questa strada, le guerre saranno inevitabili, diventando sempre più un impulso per lo sviluppo dell’industria bellica. Il disarmo significa interrompere questo ciclo, che trasforma il commercio delle armi in un’industria e la guerra in un affare.

La via del disarmo è la scelta più intelligente che potremmo fare, ma a livello globale c’è molta resistenza: c’è una minoranza mondiale che detiene la maggioranza della ricchezza e che non sperimenta le conseguenze delle guerre né vive sotto il costante pericolo delle bombe. Questa minoranza ha interesse a mantenere il suo status quo. Poi c’è una parte della popolazione, che gode di privilegi e ha interesse a mantenerli, anche a discapito della giustizia. Queste persone, che vivono in un mondo definito “civilizzato” e “ricco”, temono di perdere le loro sicurezze. Poi ci sono coloro che, seppur spesso dimenticati, vivono costantemente sotto le bombe, nell’insicurezza e non sanno cosa sarà il loro domani.

E’ necessario sia un cambiamento culturale che rifiuti la guerra e la violenza come strumenti di risoluzione dei conflitti sia un nuovo paradigma economico che non si basi su questi principi. Una rivoluzione culturale e sociale che deve avvenire in modo pacifico, anche se non è semplice da realizzare.

Ci sono Stati come San Marino, ad esempio, che anche grazie al contributo della Comunità Papa Giovanni si è dotato per legge di un Corpo non violento di Pace. La nostra associazione, fondata dal Servo di Dio, don Oreste Benzi, chiede a tutti i governi di istituire un Ministero della Pace.

Dovremmo iniziare a livello governativo a comprendere la necessità di modificare profondamente la logica dei conflitti, dei giochi di potere e della forza, e convertire tutto ciò che sostiene questa struttura in un’altra forma di industria e mercato. Questo è un processo complesso, ma necessario per promuovere il disarmo su vasta scala. Dovremmo provare a cambiare davvero prospettiva, magari con l’istituzione di Ministeri della Pace, lavorando per creare una pace vera, fondata sul dialogo, la diplomazia e la non violenza, sia a livello nazionale sia internazionale.

Matteo Fadda: