Imparare a vedere, e quindi non solo guardare, la persona che abbiamo difronte e non la sua disabilità. E’ questo il modo con cui dovremmo rapportarci con gli altri. E’ necessario cambiare il nostro sguardo, comprendendo che ogni persona che incontriamo sulla nostra strada è una risorsa e fornendo ad ognuno opportunità di crescita personale, lavorativa ed emotiva. Non dobbiamo dimenticare che tutti abbiamo diritto ad avere una vita affettiva, la possibilità di fare sport e lavorare.
La Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità ci mette, quindi, di fronte al cambio di mentalità che dovremmo effettivamente compiere. Bisogna partire dal rispetto per ogni vita, un dono inestimabile che abbiamo ricevuto. L’attività sociale, pubblica e politica deve essere orientato al benessere della persona, dal concepimento al suo termine naturale.
Il Servo di Dio Don Oreste Benzi è stato profetico riguardo al tema dell’inclusione. Il sacerdote dalla tonaca lisa, nel 1968, lanciò ad alcuni giovani universitari e seminaristi una proposta: quella di andare in vacanza con gli spastici che vivevano chiusi in istituto, portandoli ad Alba di Canazei. E’ da qui, da questa azione rivoluzionaria, che è nata la Comunità Papa Giovanni XXIII.
La vera inclusione deve partire dalla scuola – il nostro Paese è all’avanguardia su questo -, è necessaria una reale integrazione sociale e nel mondo del lavoro e la reale eliminazione delle barriere architettoniche, sia quelle fisiche sia psicologiche. Molto è già stato fatto, ma la strada da percorrere è ancora lunga.
Come Comunità Papa Giovanni, dopo quasi 60 anni, seguendo l’esempio di don Oreste Benzi, continuiamo a portare i nostri ragazzi sulle vette delle Dolomiti, e non solo. Celebriamo questa giornata, dal titolo “Io valgo”, incontrando studenti – ma anche adulti – lasciando la parola alle persone diversamente abili, in modo che i giovani possano scoprire il loro vero valore. L’umanità ha davvero bisogno di questo.