L’8 febbraio si celebra la Giornata di preghiera e riflessione contro la tratta di esseri umani. Una data importante perché la dignità di ogni persona va tutelata e promossa fino in fondo. Quando viene schiacciata, violentata, distrutta è un oltraggio, è un non riconoscere che l’uomo è fatto a immagine e somiglianza di Dio; la dignità della persona è terra sacra che va rispettata, custodita e aiutata a crescere.
Pensiamo al bambino, fin dal concepimento a tutte le fasi della vita. Tutta la vita va rispettata e non va violentata. A maggior ragione quando si parla dei piccoli a volte venduti, torturati; o delle donne violentate e sfruttate nel mondo del lavoro, o costrette a prostituirsi. E’ un delitto contro Dio, contro l’umanità.
In questa giornata la Chiesa celebra “mamma moretta”, così veniva anche chiamata Santa Giuseppina Bakhita, venduta in tenera età come schiava, riesce poi a riscattare la sua vita e decide di donarsi completamente a Dio. La sua storia ci dimostra come quando una persona, resa schiava, trova dei liberatori, dei Go’el, che la accoglie, ci possono essere delle storie di riscatto.
Tante delle ragazze, salvate e accolte dalla Comunità Papa Giovanni XXIII, hanno avuto modo di riscattarsi. Vi porto l’esempio di una ragazza della Nigeria, oggi mamma di una casa famiglia, con il suo sposo: ha deciso di mettersi a disposizione di tante persone che hanno sofferto come lei e di molti bambini, anche con handicap. Quando il male incontra il bene, il bene vero vince e diventa un trampolino di lancio per il bene comune. E’ per questo che tutti insieme dobbiamo fare una cordata, unire i nostri sforzi, per il riscatto delle tante vittime della tratta di esseri umani.