Da decenni diamo per scontata la conquista del benessere, così la pace, e così l’evolversi della democrazia e dei diritti sociali e civili. Ma questi ultimi anni hanno messo alla prova la nostra resilienza. Negli ultimi 3 anni si sono accavallati tanti eventi sconvolgenti che hanno messo alla prova la nostra resilienza. Alla pandemia si sono aggiunte le guerre in Ucraina e mediorientale, poi la crisi energetica, l’inflazione e gli alti tassi degli interessi che ci hanno plasticamente fatto notare come da un fatto negativo se ne possono generare altri inarrestabili che ci spiazzano. D’altronde dal dopoguerra non abbiamo conosciuto epidemie e carestie, né guerre e né privazioni. La nostra idea prevalente che le libertà collettive ed individuali potevano essere condizionate solo dal desiderio di possederle, senza alimentarle con il rigore che esse richiedono.
Ed invece ecco che siamo stati costretti ad una pandemia che inizialmente non sapevamo come fronteggiarla al pari di altre subite secoli fa, con tanto di untori e ciarlatani alla Dulcamara; guerre scoppiate in Europa ed in medio oriente; addensamento sempre più di stati canaglia o di altri in cerca di spazi vantaggiosi, nell’alleanza con le 2 autocrazie più influenti nel mondo. Credo che sia inquietante che non sempre riusciamo a percepire questi accadimenti legati da un filo rosso di continuità ad altri che hanno procurato alle nostre generazioni del passato prossimo ferite morali e fisiche profondissime. Ed infatti nella sanità abbiamo già dimenticato la necessità di cambiare l’assetto delle nostre strutture da orientare alla prevenzione ed alla ricerca. E poi la illegale aggressione di Putin ai danni degli ucraini.
Ecco, si può dire che ritroviamo le stesse dinamiche passate ed anche le stesse parole d’ordine. Gli autocrati di oggi dichiarano le democrazie degenerate “plutocrazie”, da sostituire con un nuovo ordine mondiale (i russi e cinesi usano gli stessi termini nel presentare i loro obiettivi). Le democrazie dal loro canto sembrano immobilizzate sul da farsi, frastornate da una parte della loro pubblica opinione manovrata internamente dagli stessi autocrati attraverso reti mediatiche e di ambienti vari assoldati per fiaccare internamente le eventuali reazioni come accadde piu di 80 anni fa. Alcune associazioni sociali e politiche arrivano persino a manifestare per la democrazia e per i diritti della donna, ma poi li ritroviamo a sostenere Hamas ispirata al patriarcato più esasperato ed a modelli politici che negano lo stato di diritto e le libertà individuali e collettive. Se le cose stanno così, dovremmo aprire una profonda discussione, se non vogliamo perdere la nostra sovranità, la nostra identità di democratici, la stesse nostre libertà collettive ed individuali.
La riflessione dovrà riguardare la necessità immediata di costituirci in Stati Uniti d’Europa per tutelare sovranità ed identità e la necessità di una difesa europea come secondo pilastro della Nato. Da queste necessarie decisioni dipenderà pace e progresso. Troppe infatti sono le ambiguità nel nostro Paese, e dobbiamo svelarle e combatterle se vogliamo davvero vivere ancora nella prosperità e nella libertà.