Dieci anni di In Terris per dare voce agli ultimi

Foto generata con l'Intelligenza Artificiale

Sono già trascorsi dieci anni dalla pubblicazione in rete di quei primi articoli che davano vita alla nostra testata digitale In Terris-La voce degli ultimi. L’esordio in una data carica di significati come l’otto settembre e la scelta del logo con la emme azzurra erano, e rimangono, una dichiarazione per noi fondamentale. Si è così voluto porre questo progetto editoriale sotto la protezione della Vergine Maria nel giorno della sua Natività. Un atto di affidamento che è anche una proclamazione d’intenti.

Nella foto don Aldo Buonaiuto, Antonio Tajani, Francesco Acquaroli, monsignor Francesco Massara. (1 aprile 2023) Foto © Cico

Di certo non avevo immaginato la complessità di coordinare uno strumento di comunicazione digitale, con la sua forza e la sua capacità di arrivare nelle case o meglio nelle mani di qualsiasi persona. Nel tempo siamo stati sempre più conosciuti e direi anche benvoluti per la nostra chiara identità e cioè quella di essere voce di chi non ha voce, di mettere in luce le ingiustizie sociali ma anche le belle testimonianze di vita e di condivisione solidale di cui si parla sempre meno. La bellezza di In Terris è stata anche la presenza uomini e donne che sono diventati giornalisti pubblicisti grazie a questa testata e di alcuni che, nonostante la propria fragilità fisica, hanno scelto di impegnarsi a scrivere ogni giorno. Questa volontà di esprimersi, comunicare e fare informazione anche soltanto con gli occhi, o con un solo dito o da un microfono mi ha confermato e incoraggiato ad andare avanti nonostante le grandi difficoltà per il sostentamento di quest’opera che è sociale e culturale, formativa e informativa. Non posso prevedere se ci saremo ancora nel panorama futuro ma per il momento posso ringraziare tutti i lettori che ci hanno e ci stanno sostenendo. I benefattori permettono a In Terris di andare avanti unicamente attraverso la Divina Provvidenza che di anno in anno ci fa proseguire. Devo ringraziare in particolare la Fondazione Santo Versace che attraverso Francesca De Stefano in Versace e Santo suo marito ci stanno sostenendo dandoci così la possibilità di proseguire quest’opera editoriale votata alla Vergine Santissima.

Francesca e Santo Versace in visita alla parrocchia San Nicolò (3 settembre 2024) Foto © Cico

Al momento siamo arrivati al decennale e per il dopo continueremo ad affidarci a Colei che per prima ci sostiene. In tante circostanze interviste esclusive e servizi realizzati in anteprima da In Terris sono state rilanciate da altre testate nazionali e internazionali. Il nostro modello è il Magistero sociale e comunicativo di Papa Francesco secondo il quale l’evangelizzazione e l’educazione delle coscienze hanno sempre lo stesso cuore, o meglio lo stesso obiettivo. Il percorso e gli strumenti cambiano rapidamente nel tempo, soprattutto nell’era dei social network, ma il punto d’arrivo è sempre l’esperienza di un incontro individuale e comunitario che trasforma le relazioni con gli altri, con la società, con l’ambiente. Il web attualizza, insomma, la meta a cui puntano gli Esercizi spirituali di Sant’Ignazio di Loyola, con cui il Pontefice ha profonda familiarità. Un percorso autenticamente cristiano non per abbandonare il mondo e isolarsi dagli altri ma per scoprire e raccontare il mistero che si cela nella profondità di ciò che si vive ogni giorno.

Il Card. Parolin riceve il premio “In Terris – la voce degli ultimi” da don Buonaiuto e dal giornalista Giacomo Galeazzi. Foto © Interris.it

La “Chiesa in uscita”, perfezionando il dialogo e l’interazione con il prossimo, non mira a sequestrarsi dall’esperienza propria degli uomini del suo tempo, ma tende piuttosto a meglio comprenderli, a meglio condividere le loro sofferenze e le loro buone aspirazioni, a meglio confortare lo sforzo dell’uomo moderno verso la sua prosperità, la sua libertà, la sua pace. Nell’enciclica Laudato si’ Francesco scrive che l’universo si sviluppa in Dio, che lo riempie tutto, quindi c’è un mistero da contemplare in una foglia, in un sentiero, nella rugiada, nel volto di un povero. Il cuore è sempre la Buona Notizia, il Vangelo. L’Annuncio corre, è presente, ma proprio per la sua natura viva e vivificante non può rimanere lettera, deve diventare prossimità, incontro, dialogo. In Terris si propone incessantemente e umilmente di cogliere l’universale che affiora nel particolare.