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Dalla depressione alla tossicodipenza, ecco i rischi della pandemia

Non sono trascorsi tre mesi e il mondo è cambiato come mai avremmo potuto immaginare. Neanche tre mesi e abbiamo già una routine fatta di mascherine e disinfettanti. Un nuovo modo di socializzare e di vivere, persino tendenze e look da pandemia. Una trasformazione radicale e repentina che non può  non portare con sé strascichi esistenziali, sebbene si faccia di tutto per dimenticare, per non fermarsi a riflettere. Nemmeno il lockdown è riuscito a incidere nel profondo se poi, alle prime prove di ripartenza, si è corsi a fare l’aperitivo come fosse la cosa più importante del mondo, la rinuncia più grande di queste settimane. Eppure una cosa questa situazione avrebbe dovuta insegnarla, ossia che si può vivere con molto meno, con quasi nulla. Un dramma come quello che si è affrontato e che si sta ancora affrontando, avrebbe dovuto riportare le persone all’essenziale, sperimentando fratellanza e solidarietà. Ora questo in parte è avvenuto, l’Italia e il mondo ha mostrato il volto migliore durante l’emergenza, soprattutto chi è stato travolto direttamente. Un po’ meno chi è rimasto in casa e ogni tanto si è lamentato per questo, dimenticandosi le corsie degli ospedali piene di malati. Centinaia di morti al giorno, ogni giorno per tre mesi, ancora oggi.

E se vedere il bicchiere mezzo pieno è quasi un obbligo morale in queste circostanze, bisogna altresì non dimenticarsi le immagini di dolore e morte e vivere il lutto di questo periodo, senza paura, senza evitarlo. L’Organizzazione mondiale della Sanità ha già lanciato l’allarme: arriverà presto un’ondata di stress post traumatico senza precedenti. La pandemia e soprattutto le sue conseguenze economiche starebbero incidendo in modo significativo sul disagio mentale aumentando i casi di ansia, attacchi di panico, insonnia, depressione. E non solo perchè ci sarebbe anche il rischio di un uso eccessivo di alcol, droghe e comportamenti rischiosi come il gioco d’azzardo. Le dipendenze non devono essere il rifugio esistenziale di chi non si sente pronto ad affrontare la realtà. Il futuro sarà duro, c’è una ricostruzione da affrontare e si sa che momenti di crisi economica e sociale aumentano gli abusi di alcol e droga, abusi che tra l’altro cresceranno di pari passo con la ripartenza: con la fase 2 riprendono le loro attività anche le tristemente note piazze dello spaccio che, in realtà, non hanno mai smesso di lavorare, ma si erano solo trasferite nel cosiddetto dark web. Da questa analisi parte la preoccupazione dell’Istituto Superiore di Sanità sul fatto che nella Fase 2 dell’emergenza Covid potrebbe presentarsi un “reale problema” per chi soffre di dipendenza da stupefacenti: i tossicodipendenti sono una categoria particolarmente a rischio di infezione e in particolare, chi ha una dipendenza da oppioidi “è più vulnerabili rispetto a infezioni virali e batteriche”, inclusa quella da coronavirus, per via degli effetti che l’eroina ha sul sistema immunitario. Un allert per gli operatori sanitari e per i volontari che affrontano questa drammatica realtà, ma soprattuto un buon motivo da fornire a coloro che assistono e aiutano: durante la vita, si nasce e si muore più volte, oggi più che mai è tempo di una nuova vita.

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