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Il cuore dei giovani batte per la famiglia: lo Stato li aiuti

Foto di Patricia Prudente su Unsplash

La vita su questa terra si sviluppa grazie all’amore tra un uomo e una donna. Proprio questo loro amore dona all’umanità e alla storia delle creature stupende, meravigliose fin da quando si trovano nel seno materno. Crescono e si trasformano in bambini, giovani, adulti: diventano un dono per l’umanità con le loro capacità e talenti che mettono a servizio del bene comune. La famiglia è la cellula, il terreno fertile per far crescere la vita: è il luogo ideale, come diceva don Oreste Benzi, per accompagnare ogni esistenza: dal più piccolo che sta per affacciarsi al mondo, al più anziano che si avvia al tramonto della sua vita.

In molti ci ritroveremo a marciare per le strade di Roma per dire che “Scegliamo la vita”. La famiglia, la vita nascente, gli anziani sono minacciati dalla cultura e dal pensiero edonistico, narcisistico, individualistico, la cultura dell’io al di sopra di tutto, una cultura dove non trova spazio il noi, l’essere popolo. Bisogna difendere la vita promuovendola, dando sostegno ai giovani che vogliono formare una famiglia o che si aprono alla vita, aiutare le donne che lavorano ma vogliono essere anche madri. Lo Stato deve dare un sostegno economico, educativo, per l’infanzia, per l’integrazione. Il cuore dei giovani batte per la famiglia, ma è necessario aiutarli e dare oro delle possibilità.

Con questa marcia a sostegno della vita, si vuole sottolineare che i giovani, le coppie, le famiglie sono il futuro della nostra società, dell’Italia e di ogni nazione. Il futuro di un popolo è dato dal volto dei bambini che devono essere amati e accuditi, bambini che crescono avendo al loro fianco una mamma e un papà, e una scuola che li sappia educare; che siano parte di un’unica grande famiglia che è l’umanità che è una creazione da custodire. La famiglia deve essere educante, deve generare la vita per un’umanità più comune, più universale. 

Paolo Ramonda: