Diego Fabbri ha scritto un’opera teatrale dal titolo “Processo a Gesù”. I testimoni che si presentavano contro Gesù portavano come tesi: “Perché non interviene contro il male nel mondo?”. I testimoni a favore dicevano: “Lui ha fatto tutto quello che poteva fare, ora sta a noi mettere in pratica la sua parola”. Alla fine, in un momento molto commovente, la donna delle pulizia del teatro si rivolge a tutti i testimoni chiedendo di assolvere Gesù perché senza di lui la sua vita, così povera e faticosa, sarebbe stata completamente perduta. Gesù fu assolto.
Questo mi fa pensare proprio al Vangelo di questa domenica, il processo davanti a Pilato che chiede a Gesù: “Sei tu il re dei giudei?“. Gesù risponde: “Il mio regno non è di questo mondo”. E’ in questo passaggio che dobbiamo trovare gli spunti per guardare con occhi nuovi a questa celebrazione per non viverla secondo i nostri parametri. Pilato chiede ancora: “Dunque tu sei re?”. E’ questo il quesito che anche noi dobbiamo rivolgere a Gesù: tu sei re? Dov’è la tua presenza di re nella vita del mondo, quando ci sono sofferenze nel mondo, quando si verificano minacce dell’utilizzo della bomba, quando assistiamo all’irresponsabilità dei grandi della Terra? Chi è che si mette accanto a questo Re per completare il suo progetto?
Qual è il progetto di Gesù? “Sono venuto nel mondo per dare testimonianza alla verità”. La verità cos’è? Non una teoria, ma una storia: Dio è amore. Non a caso sulla croce sta a braccia aperte, a significare un’accoglienza universale. Le sua mani sono inchiodate per dire che non si chiuderanno mai. La festa che celebriamo oggi deve farci chiedere: tu sei re? Si, ma non alla maniera di questo mondo. In Israele, il re era un pastore, ossia colui che cura ed è al servizio del suo gregge. Per il resto del mondo, il re è per il potere e lo sfruttamento.
Storicamente, la celebrazione che era prevista nella Chiesa già dai tempi di Leone XVI, diventa ufficiale nel 1925. In quel contesto, quando tutti pretendevano di dominare il mondo, di fronte a tutte queste presunzioni degli uomini, questa festa ci riporta all’unico re che è Cristo.
Concludo con alcune frasi della meditazione di Sant’Andrea di Creta che troviamo nel Breviario: “‘La gloria del Signore’, quale gloria? Senza dubbio la croce, sulla quale Cristo è stato glorificato: lui, lo splendore della gloria del Padre, come egli stesso ebbe a dire nella imminenza della sua passione: Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e anche Dio è stato glorificato in lui e ben presto lo glorificherà (cfr. Gv 13, 31-32). Chiama gloria la sua esaltazione sulla croce. La croce di Cristo infatti è gloria ed è la sua esaltazione. Ecco perché dice: ‘Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me'”.