Bisogna convivere col virus. Ciò è possibile a patto che ciascuno di noi la viva in modo responsabile, conscio che ancora non siamo fuori dalla pandemia e che per questo è importante, indipendentemente dagli obblighi di legge, continuare a mantenere alta la guardia specie in situazioni di rischio, come la permanenza in luoghi chiusi ed affollati, nei mezzi pubblici etc. Tutto questo rientra nella consapevolezza di vivere una nuova condizione di endemicità dell’infezione da SARS-CoV-2, che in futuro continuerà ancora a circolare non potendo essere completamente eradicata, ma che non deve per questo sconvolgere le nostre vite. Ciò ovviamente non significa però non tenere gli occhi aperti e non tornare sui propri passi se necessario.
Il punto è che di questo virus non ci possiamo liberare ma possiamo pensare che la pandemia finisca nei termini con cui la conosciamo: diventerà cioè un virus endemico, con focolai periodici ma momentanei. E in questo scenario possiamo fare solo una cosa: potenziare le vaccinazioni, e ciò significa potenziare la terza dose che è al 67% di copertura e la quarta dose per i fragili, arrivando in futuro ad un richiamo vaccinale annuale. Dunque lo stop all’isolamento domiciliare è una decisione che può essere presa, ciò tenuto anche conto che la malattia, allo stato attuale e non nella forma grave, è simile ad altre malattie respiratorie. Per esempio quella sulle mascherine all’esame di maturità è stata una scelta squisitamente politica. Dal punto di vista epidemiologico è meglio una precauzione in più che una in meno, ma vanno date indicazioni chiare. Si è deciso di farla indossare solo agli scritti, forse perché agli scritti c’è una maggiore concentrazione di gente rispetto agli orali, dove andava comunque garantita una distanza di sicurezza fra esaminati ed esaminandi. Questa può essere l’unica ratio per fare questa scelta piuttosto che un’altra.
E’ innegabile la confusione sull’utilizzo dei dispositivi di protezione di naso e bocca per gli esami di terza media e di maturità. Da medico posso ribadire che la mascherina è uno strumento che certo non cancella il rischio al 100%, ma lo riduce. E, sempre da medico, io uso ancora la mascherina nei luoghi affollati, anche all’aperto quando ci sono dei rischi, indipendentemente dalle disposizioni di legge. La considero uno strumento in più per proteggermi.
Non dimentichiamo che le mascherine insieme alle vaccinazioni ci hanno consentito di fare didattica in presenza quest’anno, praticamente sempre. In questo momento la situazione Covid-19 è migliorata, anche se, purtroppo, alcuni dati che arrivano dal Sudafrica, dal Portogallo e dagli Stati Uniti ci dicono che ci sono nuove varianti in agguato, in particolare Omicron 5. In Portogallo, dove si attesta attorno al 30-40%, sta dando qualche problema. In Italia, secondo l’ultima rilevazione dell’Iss, dovrebbe essere intorno a un sesto dei casi. Non credo che la partita Covid sia finita. Non per fare la Cassandra, ma viste le nuove varianti in arrivo penso appunto che in autunno servirà un nuovo richiamo, speriamo con un vaccino aggiornato. Mi auguro che l’estate sia tranquilla, ma non pensiamo che sia tutto alle spalle. Dobbiamo ancora essere molto cauti.