I consumi delle famiglie purtroppo, attualmente, stanno procedendo a rilento. Ciò dipende dal calo del loro potere d’acquisto, basti pensare che gli stipendi sono al palo e le pensioni non vengono perequate. Ogni tipologia di consumi, anche sotto il profilo sanitario, come sappiamo dalle denunce di molti cittadini, rinunciano a curarsi, soprattutto per quanto riguarda il benessere dentale. Non c’è però solo questo: coloro che hanno un reddito più basso, non si sottopongono ad esami clinici importanti per le liste d’attesa troppo lunghe oppure si vedono costretti a rivolgersi alle strutture private. Quindi, da questo punto di vista, la sanità pubblica, si sta smantellando e ciò non è ammissibile in quanto costituisce un presidio fondamentale per tutti noi.
Il calo della spesa vale anche per altri settori, come ad esempio quello turistico perché, il costo di una settimana di vacanza per una famiglia di tre persone, ha raggiunto livelli insostenibili, che si attestano attorno ai cinquemila euro. A tutto questo si somma anche un calo dell’acquisto dei generi di prima necessità, il quale è molto grave perché è sintomo di un peggioramento generale.
Occorre tutelare le famiglie intervenendo su diversi versanti, in primis sulle pensioni e i salari, anche attraverso l’introduzione del cosiddetto “salario minimo”. Non è possibile che vi siano ancora stipendi poveri e non degni di un Paese civile per chi ha un lavoro. Serve detassare, spingere verso un rinnovo dei contratti, far si che, le pensioni, vengano perequate ai tassi d’inflazione vigenti e non più taglieggiate. Gli investimenti, primo tra tutti il Pnrr, devono essere accelerati per dare lavoro ai giovani e frenare il calo dei consumi.