Categories: Editoriale

Cosa ci consiglia il Qatargate ed altre ancora più inquietanti

Continua il clamore sulla vicenda del Qatargate, ma la portata mediatica è sicuramente influenzata anche da almeno altri due altri fattori: il primo riguarda l’interesse di alcuni che mirano ad indebolire la coalizione popolar-socialista, o che ha interesse a mettere fuori gioco i socialisti drammaticamente esposti nelle indagini della magistratura belga; il secondo riguarda l’interesse a delegittimare la UE e ad introdurre motivi di zizzania nel momento di maggiore esposizione nel sostegno all’Ucraina impegnata a difendersi dall’aggressione russa. Si sa, l’azione giudiziaria nasce da informazioni di più “servizi”, e ripeto, aldilà delle oggettive accuse dei magistrati e delle riprovevoli immagini di mucchi di denaro “donati” proposte e riproposte dai media, la questione se da un lato esige di punire esemplarmente i presunti corrotti, dall’altra richiede cambiamenti all’altezza dei momenti inediti che caratterizzano la vita delle democrazie occidentali.

Subiamo pressioni sempre più intense da altre nazioni come quella del Qatar e dei suoi interessi, ma ci sono anche altri paesi non democratici come la Cina che finora si è presentata a noi desiderosa di combinare affari economici, e la Russia di Putin che ha usato la maschera degli affari per infiltrarsi nei gangli più sensibili della nostra Repubblica. Ed infatti nel tempo ha costruito in Europa una ragnatela di interessi per attutire eventuali reazioni ai disegni di aggressione brutale verso ex territori sovietici, ora paesi sovrani, attraverso la dissimulazione e le sue consuete spericolate trame. È noto che costoro nelle pieghe larghe delle democrazie, riescono a finanziare gruppi politici ed eleggere persino occulti personaggi a loro legati per orientare alle loro convenienze le nostre istituzioni.

D’altronde considerando gli atti e le loro affermazioni sempre più minacciose per l’ottenimento di un “nuovo ordine mondiale”, è venuto davvero il momento in Europa di procedere uniti in una strategia di decisa sorveglianza delle attività straniere opache che potenzialmente tendono a procurarci danni attraverso aziende ed associazioni civette, e di fake news provenienti da piattaforme da loro controllate dentro e fuori dai nostri confini. Ma soprattutto il funzionamento della democrazia non può essere lasciato allo stato brado in balia di corrotti corruttori che mirano ad introdurre cavalli di Troia. A tal proposito la sciagurata decisione di indebolire il finanziamento pubblico dei partiti ha prodotto risultati disastrosi e ci ha sempre più esposti a corruttori indigeni e stranieri. Cosicché la qualità e l’autonomia degli eletti ne ha pericolosamente risentito; il funzionamento dei Partiti è nei fatti degenerato verso modelli non sempre funzionali alla partecipazione dei cittadini.

Ed allora si impone il ripristino del finanziamento pubblico per migliorare la qualità della Democrazia ma anche per indurre i partiti a pratiche interne più virtuose attraverso la pubblicità costante sul loro funzionamento interno con relativo controllo pubblico. È da tempo che assistiamo a varchi aperti nella democrazia italiana influenzati da entità che non sempre hanno interesse ad agire alla luce del sole. Una Repubblica che vuole conservarsi tale, ha il dovere di agire per affermare i suoi principi fondanti, il rispetto della legalità e di conservare i pilastri principali su cui poggia la Democrazia. Agire in tempo, in questo mondo in tumulto con stati autocratici in agguato si impone per ciascuno di noi.

Raffaele Bonanni: