Editoriale

Comprendere la parola “accogliere” alla luce della fede

Gesù parla di “accogliere”, una Parola molto usata in questo tempo, talvolta in modo sbagliato se non viene compresa alla luce della fede. Il Vangelo di questa domenica ci aiuta a conoscerne il vero significato e ci invita a chiederci cosa significa davvero per noi questa parola.

Ascoltiamo questa domenica che, all’inizio del brano del Vangelo di Marco, Gesù ribadisce ai suoi discepoli che avrebbe dovuto soffrire ed entrare nella morte per realizzare il disegno di Dio, per ottenere la nostra salvezza. Ma loro non comprendono, cercano di trovare una spiegazione a questa assurdità, alla Croce.

Scrive in proposito il Santo monaco Beda: “Questa ignoranza dei discepoli non nasce tanto dalla limitatezza del loro intelletto, quanto dall’amore che essi nutrivano per il Salvatore, questi uomini ancora carnali e ignari del mistero della croce, non avevano la forza di accettare che colui che essi avevano riconosciuto come vero Dio tra poco sarebbe morto” (Beda il Venerabile, Commento al vangelo di Marco III, 9, 28-37).

Proprio come noi, che tante volte abbiamo difficoltà a capire e accettare i disegni di Dio. Spesso, perciò, interpretiamo i fatti secondo le nostre idee, perché vorremmo che tutto fosse logico, razionale, oppure che Dio ci spiegasse. Così come fanno i discepoli che, poiché pensano che sia inconcepibile che il loro Maestro muoia in quel modo, credono che stia parlando loro solo astrattamente.

Invece, alla luce della fede, “accogliere” vuol dire entrare nei progetti di Dio, proprio come fa Cristo con il disegno d’Amore di Suo Padre. Che è un disegno orribile umanamente, profondamente ingiusto. Ma Gesù non chiede spiegazioni, neppure le pretende, sempre confida in Suo Padre, non dubita del Suo Amore: Lui solo, a differenza dei discepoli che, scandalizzati, scapperanno o rinnegheranno tutto, come farà Pietro.

Chiediamo al Signore di saper “accogliere” con fede quello che avviene nella nostra vita, soprattutto quando non lo capiamo o ci sembra ingiusto, senza mai dubitare del Suo Amore, come ha fatto Lui. Sarà in questa obbedienza alla storia che incontreremo finalmente Cristo e la Sua consolazione.

mons. Antonio Interguglielmi

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