È iniziata sei anni fa l’avventura di In Terris e la scelta di andare online nel giorno dedicato alla Natività della Beata Vergine Maria ci ha permesso di mettere la vita di questa testata nelle Sue mani. Un affidamento che equivale ad una dichiarazione di identità.
In verità dopo questo primo sessennio posso rivelare che all’epoca non avevo la piena consapevolezza dell’impegno e delle difficoltà così come delle soddisfazioni e delle gioie che un progetto editoriale come questo possono comportare.
Nonostante la complessità di trovare uno spazio nel mondo digitale e la non scontata impresa di veicolare certi messaggi all’interno di una giungla mediatica poco ospitale verso i temi del cattolicesimo, siamo riusciti in questi anni a farci valere, proprio come accaduto al piccolo Davide dinanzi al gigante Golia.
Certo, a differenza di Davide, è scontato che non possiamo né vogliamo sopprimere alcun “Golia dell’informazione”, però credo che la storia possa parlare e dare speranza anche attraverso le nuove piccole “tribù d’Israele”.
Determinate minoranze, che hanno creduto fino in fondo alla propria missione, sono riuscite a illuminare per sempre l’umanità trasmettendo nuova linfa vitale e messaggi inconsueti. Il compito di un giornale è proprio quello di produrre conoscenza sollecitando le coscienze a interagire dinanzi ai fatti e alle esperienze di vita vissuta.
Il rischio che il giornalismo si riduca a servire altre logiche è fin troppo evidente. Purtroppo è tanto terribile quanto realistico il rischio di abituarsi a un degrado pseudo-comunicativo e etico, facendolo passare per normalità. Insomma, la “fabbrica del presente” ridotta a sensazionalismo senza contenuti.
Anche In Terris è esposta a simili pericoli, malgrado la nostra missione sia principalmente quella di dare voce a chi non ha voce, agli ultimi, ai disagi sociali, alle ingiustizie ma anche alle storie esemplari valorizzando il terzo settore, i corpi intermedi, il vasto mondo del volontariato, le tante iniziative della Chiesa Cattolica inquadrate nell’alto magistero del Santo Padre.
Per noi, nel fare i conti quotidianamente con la politica e le forze sociali, significa accettare il confronto rispettando le varie posizioni e cercando di promuovere non le persone ma i temi che riflettono la dottrina sociale della Chiesa.
Aver compiuto sei anni di vita, nel mondo iper accelerato della rete, corrisponde al raggiungimento della maggiore età e quindi ci responsabilizza ulteriormente a continuare a comunicare con il chiodo fisso e la sfida di formare, oltreché informare, le coscienze delle nuove generazioni così bisognose di saldi punti di riferimento.
Vorrei ringraziare ogni singolo lettore, da chi ci segue dalla prima ora e chi ci scopre ogni giorno, a chi ci apprezza ma anche ci critica, consiglia e sostiene. Una comunità chi si arricchisce nella varietà dei propri componenti.
Un grazie ai tanti collaboratori, agli ospiti che sempre benevolmente accolgono il nostro invito a intervenire, ai giornalisti e ai tecnici dediti a rendere In Terris sempre più diffuso, interessante, fruibile e piacevole. Sono certo che con l’aiuto dei Santi, a partire dall’ispirazione del servo di Dio don Oreste Benzi, continueremo a seminare sul terreno fertile di chi vorrà accoglierci e coinvolgersi. In Terris vive di provvidenza e la tua presenza, attenzione e benevolenza sono per noi fondamentali. Non sempre la voce che urla è la più ascoltata e chi è sicuro delle proprie convinzioni non teme di dialogare con nessuno.
Don Aldo Buonaiuto