Stamane si terrà l’incontro tra il presidente Meloni e l’opposizione sul salario povero, e c’è da sperare che il buon senso porti a decidere a come utilizzare regolamenti e leggi che possono essere gestiti per la salvaguardia del salario. Si sa che chi è incappato nel salario povero, sono impiegati come guardie giurate, nei servizi alla persona, in edilizia, nei sub appalti delle municipalizzate e nel pulviscolo dei servizi convenzionati e di concessione degli enti locali ed enti pubblici di ogni genere, attraverso cooperazione pallida quando non truffaldina. Basterebbe mettere le mani in questo macrocosmo, che però spesso sfugge a controlli e statistiche e dove ogni tanto si scoprono patti opachi tra chi concede l’appalto o concessioni e convenzioni, per far tornare alla luce i denari che talvolta prendono i sotterranei e garantire ai lavoratori salari giusti.
Come basterebbe che l’Inps si occupasse di segnalare buste paga sospette per intervenire risolutamente. Se si ha dunque voglia di far sul serio, si abbandoni il depistaggio propagandistico e si facciano cose serie e comprensibili. Si avrà più tempo e motivazioni da dedicare ai 25 milioni di lavoratori italiani che risultano i peggio pagati d’Europa e dintorni. E la motivazione risiede alle situazioni su descritte da cambiare: meno tasse sul lavoro, politiche friendly per il salario di produttività e per il merito. Sinora i soggetti del lavoro, le istituzioni e la politica non hanno custodito le condizioni minimali a che non degradasse insieme al salario dei 25 milioni di lavoratori dipendenti. Il degrado sui salari poveri è avvenuto perché i soggetti sociali e politici non hanno custodito i presupposti per il buon salario. Le istituzioni in assenza di controllo sociale negli appalti, concessioni, autorizzazioni e convenzioni hanno permesso di tutto di tutto nei percorsi opachi. La politica di conseguenza scivola facilmente nella politique d’abord e quindi arriva anche a sparare con il cannone un ratto, infischiandosi degli effetti negativi collaterali, pur di dimostrare che loro ci sono. Dunque più che la legge per il salario che scoraggerebbe irrimediabilmente la contrattazione contrattazione collettiva, le istituzioni regolino modalità di affidamento dei lavori. I lavoratori con salario povero sono tutti lì.