Incontrando degli adolescenti sul significato della sicurezza online, la sovraesposizione digitalizzata del corpo, il naufragio nelle periferie digitali, sulla pedofilia e pedopornografia, la reazione era non solo di curiosità. Era particolarmente facile far passare l’idea che la regola, anche online, può salvare la vita. Risultava però complesso far comprendere che il pericolo consiste essenzialmente nel cadere in una “trappola emotiva” quando ci si sente soli, abbandonati e incompresi dai genitori e dagli amici. Ma quando veniva posta loro la domanda se avessero avuto dei “ricatti” e “cosa è il ricatto” si percepiva uno stato di tenera confusione. Dunque, mi sono solo avvalso della definizione che si trova facilmente attraverso la digitalizzazione del nome “ricatto” in un qualsiasi motore di ricerca.
Infatti, partiamo nel dire ciò che sembra ovvio: cosa è il ricatto? Il ricatto è una forma di manipolazione che consiste nell’indurre una persona a comportarsi come vogliamo noi, pena conseguenze spiacevoli. Una persona sotto ricatto non ha possibilità di scelta libera perché si ritrova costretta a fare delle cose contro la sua volontà o a rinunciare ad esse. Nel ricatto emotivo si mira al senso di colpa nel momento in cui quella persona non si attiene alle nostre aspettative. Dietro al ricatto sia di tipo materiale sia psicologico, vi è la volontà di ottenere un vantaggio.
Dobbiamo “imparare” non cedere ai ricatti, a non cedere a causa della fragilità, distruggendo la nostra felicità e serenità. Ricattare è un reato vecchio come il mondo e la tecnologia moderna ha favorito la sua espansione. Il sextortion è un fenomeno in continuo aumento, infatti la Polizia Postale ha dichiarato che sono già oltre un centinaio le segnalazioni ricevute in sono coinvolti ragazzi di età compresa tra i 15 e i 17 anni, ma anche più piccoli. In particolare, gli adolescenti sono i soggetti che finiscono in questa “trappola emotiva” con conseguenze a breve e lungo termine delicate e preoccupanti. Soggetti vulnerabili e fragili per la mancanza di punti di riferimento, in una fase di costruzione della propria identità, la cui esposizione al giudizio, in seguito all’episodio di sextortion, può indurre al suicidio. Proteggete voi e i vostri ragazzi dal sextortion.
È importante capire che qualsiasi cosa venga condivisa online può essere resa pubblica, può esser letta da chiunque, dal vostro migliore amico, ai vostri insegnanti e dai nonni ad uno sconosciuto; dunque, è necessario accompagnare i ragazzi a tale consapevolezza. La violazione della privacy può avvenire per opera degli hacker, anche semplicemente hackerando la lista dei destinatari del computer o del telefono, o da destinatari considerati affidabili, amici.
Qualche consiglio per le vittime di sextortion:
- Utilizza password sofisticate per proteggere i tuoi social network, i programmi di messaggistica e le e-mail.
- Aggiorna sempre i software di sicurezza.
- Continua ad informarti sulle nuove minacce e rischi che la rete può presentare, il sextortion rappresenta solo una parte dei pericoli.
- Non aver paura, non temere il giudizio, ma chiedi aiuto ai tuoi genitori o ad un amico.
- Non sentirti in colpa, non hai commesso errori, non sei tu il colpevole. Non hai nulla da temere.
- La paura fa paura! Chiedi aiuto a gestire le emozioni conseguenti al sextortion, richiedi un consulto psicologico.
- Non cedere al ricatto, sia materiale sia psicologico, perché non metterà fine alle dinamiche del sextortion e alle minacce. Denuncia alla polizia.
Condividiamo i decaloghi utili per navigare in sicurezza online realizzati dall’associazione Meter Onlus al fine di tutelare l’immagine del minore e le competenze emotivi e sociali.