Il drammatico evento di Charlie Hebdo ha provocato moltissime opinioni divergenti e anche contrastanti. Non sono stati pochi quei cosiddetti “cristiani” che insieme ai fanatici islamici hanno affermato che forse le vittime francesi “se la sono cercata”. Diversi credenti mi hanno inviato le vignette più scabrose disegnate da Stephane come per volermi convincere del vergognoso eccesso in cui erano scivolati quei giornalisti travalicando il limite del rispetto umano.
Di fatto è vero che le vignette incriminate erano spesso e volutamente disgustose e dissacranti, offensive ed estremiste. Questa tipologia di libertà di stampa non piaceva a molti e sono tanti quelli che ora lo dicono solamente a telecamere spente, anche tra i francesi. Tutto ciò però non può neanche lontanamente legittimare l’atto criminale di assassini folli e spietati. Comunque è anche necessario aprire un dialogo serio su cosa può significare la libertà di opinione e di critica. In nome di una certa libertà nella storia sono state commesse tante ingiustizie e questo è accaduto specialmente quando il diritto è stato interpretato e preteso sempre e soltanto a senso unico.
Il più forte e il più prepotente può dire ciò che vuole perché avrà sempre ragione. In nome della cultura e anche della professione giornalistica si promuove tanta spazzatura e indecenza, mortificando l’istituzione o la persona di turno. L’uomo gode nell’umiliare l’altro e anche nel rovinarlo con la calunnia o comunque mettendolo alla berlina. Non importa quanto la notizia sia reale o esagerata oppure del tutto infondata ciò che interessa è sparare sull’altro. Tante persone si sono ammalate e sono state distrutte a causa dell’impietosità di certi giornali.
Forse questo è ciò che pensano quei milioni di cittadini che pur denunciando il terrorismo con tutte le proprie forze si sentono comunque offesi dai giochi di potere di un certo mondo mediatico e lobbista. Le bellissime matite innalzate in questi giorni dovrebbero trasmetterci qualcosa di profondo e delicato… le vignette più trasgressive potrebbero essere quelle più innocenti e semplici, capaci di sottolineare lo “scandalo” della bellezza e dei talenti altrui.
La guerra mondiale in atto è già stata persa da quella minoranza che si presenta come maggioritaria, mentre la vera maggioranza viene meticolosamente fatta tacere.
Penso che i musulmani sono diventati tra le principali vittime del califfato così come noi occidentali siamo colpiti da quel boomerang sotterraneo che è dovuto dai grandi affari fatti con il terrorismo. Si vuole dare l’immagine di una guerra tra religioni perché questo sarebbe un buon capro espiatorio per tutte quelle super potenze che fanno e disfanno i propri comodi perversi. Penso che non si possa dimenticare chi sono i maggiori produttori di armi nel mondo. La marcia di Parigi è stata emozionante per quel fiume di gente che è scesa a dire di no al terrorismo, ma forse meno esaltante è stato vedere quel gruppetto di potenti distaccati dal corteo. Se a braccetto con Hollande ci fosse stata Le Pen e con Netanyahu ci fosse stato Abu Mazen forse il gesto sarebbe stato più credibile e avrebbe dato al mondo più speranza… Hanno perso una grande occasione.
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