Gesù nel Vangelo di Luca di questa domenica ci sorprende: come è possibile che Lui che è giustizia possa lodare la disonestà, la furbizia dell’amministratore che prima di essere mandato via si procura “amici” falsificando i loro debiti? Sempre quando vuole descrivere qualcosa di profondo, di importante per la nostra vita, Gesù lo fa con una parabola che ci aiuta ad interrogarci.
Nel racconto dell’amministratore disonesto è infatti nascosto un messaggio per noi: certo Gesù non loda la disonestà ma ci invita a saper valutare le occasioni della vita: “fatevi furbi…”, proprio come l’amministratore del racconto, perché rischiamo di vivere senza renderci conto che stiamo sprecando la “vera” ricchezza che Dio ci ha donato.
Nel Vangelo di oggi Gesù aggiunge infatti a questa parabola alcune frasi sull’uso dei beni, ci dona un suggerimento perché possiamo deciderci a cercare la vera ricchezza: essere “astuti” è saper valutare quali sono i veri beni, perché il cristiano è quell’uomo che sa leggere i fatti della sua vita con gli occhi nuovi dello Spirito di Cristo.
L’amore per le ricchezze del mondo nasce da un inganno: Dio non è Amore, ci dà una legge per limitarci. Così uccidendo Dio nel nostro cuore, sono prima di tutto i soldi che prendono il suo posto. L’uomo, in questo modo, perde il suo essere più profondo, è morto internamente: per questo è costretto a ricercare la vita nei soldi e nei piaceri, fino a compiere ogni tipo di disonestà e di nefandezza. Per avere soldi e potere corrompe e inganna, come descrive bene il profeta Amos nella prima lettura di oggi…perdendo Dio, l’uomo non è più capace di “amministrare”, cioè di vivere la sua vita con Sapienza.
È l’incontro con Cristo che dà la risposta al desiderio più profondo di ogni uomo, quello di essere amato: i beni di questa terra per il cristiano diventano allora un aiuto per amare, sono uno dei mezzi per guadagnarsi già oggi la vera felicità.
Ecco la scaltrezza dell’amministratore che è capace di far fruttare la “ricchezza altrui”: i soldi, il tempo, i beni, la salute… non ci appartengono, ne siamo solo gli amministratori, sono gli “strumenti” con cui guadagnarci la vera e unica ricchezza, l’amicizia con Cristo e l’amore per i fratelli.