Editoriale

Come migliorare il sistema politico italiano

Il fenomeno dei parlamentari che cambiano partito o alleanza politica suscita sempre grande clamore. Tuttavia, questa pratica è in atto da molti anni, favorita dalle leggi promosse dai segretari di partito che hanno acquisito il potere di scegliere i parlamentari, sottraendolo agli elettori.

La selezione dei candidati parlamentari sembrerebbe avvenire in questo modo: ci si fa ingaggiare da un leader politico che sembra avere buone possibilità di farli eleggere. Tuttavia, se gli eletti percepiscono un rischio di non essere rieletti nella legislatura successiva, cercano un nuovo ingaggio in un partito considerato più solido. Questo continuo cambio di casacca contribuisce all’inefficienza e instabilità del sistema politico italiano.

Il populismo e la demagogia che ne derivano sono conseguenze di un sistema deresponsabilizzato, privo della piena legittimazione degli elettori, che sono costretti a votare solo per il simbolo di un partito. Questo porta a un’alta astensione alle urne, con più della metà degli elettori che non si sente rappresentata.

L’attuale sistema bipolare politico potrebbe essere paragonato alle compagnie di ventura del Cinquecento, organizzate da capitani che combattevano per chi offriva di più. Nicolò Machiavelli, nel suo famoso “Il Principe”, consigliava di non fare affidamento sugli eserciti mercenari, considerandoli disuniti, indisciplinati e infedeli, mossi solo dal denaro. Allo stesso modo, i parlamentari che cambiano partito per convenienza personale potrebbero essere non affidabili.

Per migliorare il sistema politico italiano, è necessario abbandonare propositi fuorvianti e impegnarsi per una legge elettorale che metta l’elettore al centro della disputa elettorale, garantendo stabilità e responsabilità nella gestione delle risorse pubbliche. Solo così si potrà ridurre il debito e inaugurare una nuova stagione di responsabilità politica. Una riforma così essenziale per riconsolidare il rapporto tra cittadini ed istituzione, ha bisogno della collaborazione di tutte le forze politiche convinte di inaugurare una stagione nuova e necessaria per meglio affrontare gli innumerevoli obblighi di questo tempo.

Il mondo è agitato da varie inquietudini che sembrano incitare i violenti ad agire e i pacifici a ritenere che la loro santa vocazione riguarda anche chi non lo è. Le disparità sociali irrisolte spingono al risentimento, all’odio, alla disperazione. In situazioni così gravi la differenza la può fare la collaborazione per rendere migliore la rappresentanza per l’efficienza della democrazia. Esserne consapevoli e agire di conseguenza può significare molto personale nuova stagione di speranza.

Raffaele Bonanni

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