La vera preghiera è silenzio, gemito, grido e invocazione del Padre nostro. Gesù, maestro di preghiera, c’insegna a pregare, senza sprecare le parole, ma sacralizzandole le giuste parole e innalzandole al Padre di tutti. Per noi cristiani Dio non è astratto, distaccato, non è totalmente altro, ma è totalmente dentro la nostra storia, realtà e vita. Alziamo le braccia al Cielo, ma i nostri piedi sono sulla terra che si sporcano di polvere, faticano a camminare e corrono verso il regno dei cieli che già inizia su questa terra. Dio è Padre, che ci ama con cuore di madre, la Scrittura ci dice che siamo familiari di Dio e concittadini dei santi.
Il nostro Dio non è fuori dal mondo, impassibile davanti alle sofferenze dell’umanità e distante anni luce dai nostri problemi. Dio si è incarnato in un uomo, si è impastato di terra e di cielo, di infinito e di limite, di fortezza e di fragilità. Abbiamo tutti l’idea di un Dio Maciste forte e perfetto che vince i nostri nemici. Niente di tutto ciò. Dio ha scelto la via della piccolezza, del nascondimento, del silenzio, della perdita e del fallimento sulla croce per salvarci. San Paolo lo scrive con una chiarezza impressionante: “Ma Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono, perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio. (1 Cor 27-29)”.
Raccomanda Gesù anche l’insistenza nella preghiera, penso ai bambini piccoli che all’uscita del supermercato o dell’autogrill chiedono, anche facendo urla e capricci, i dolciumi che per marketing sono messi tutti vicino alla cassa, di proposito, per stimolare gli ormoni del piacere e della felicità. Anche noi come questi bambini dobbiamo bussare insistentemente al cuore di Dio, per ottenere non la nostra volontà, la sua che è santa, perfetta ed è per il nostro vero bene. Noi siamo felici se desideriamo piacere a Dio facendo la sua volontà e la preghiera è il primo passo per farla.
Concludo con questa preghiera di Edith Stein, ebrea atea, convertita e poi suora carmelitana che muore in un campo di sterminio, la chiesa la proclamata santa con il nome da religiosa di Santa Teresa Benedetta della Croce:
Signore, tu sei il Padre della sapienza e sei mio Padre. Lasciami seguire ciecamente i tuoi sentieri senza cercare di capire: tu mi guiderai anche nel buio per portarmi fino a te. Signore, sia fatta la tua volontà: sono pronta! Tu sei il Signore del tempo e anche questo momento ti appartiene. Realizza in me ciò che nella tua Sapienza hai già previsto. Se mi chiami all’offerta del silenzio, aiutami a rispondere. Fa’ che chiuda gli occhi su tutto ciò che sono perché morta a me stessa viva solo per te.