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Come Cristo ci salva dai morsi dei “serpenti velenosi”

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Nicodemo è una figura interessante, un uomo intelligente e colto, che ha raggiunto quello che voleva nella vita. Un uomo che forse crede di sapere tutto, ma che, quando si incontra con Gesù, scopre in Lui qualcosa che, malgrado la sua esperienza di vita, non riesce a comprendere: capisce che in Gesù può trovare quella risposta sul senso profondo della vita che da solo non ha trovato.

Nicodemo è un fariseo, dottore della legge e così Gesù cita il brano del libro dei Numeri, gli parla del serpente di bronzo che Mosè innalzò nel deserto: chi lo guardava non moriva dei morsi del serpente, figura e simbolo dell’uomo che ora, guardando Cristo, confidando in Lui, si salva.

Cristo è venuto tra noi per salvarci e continua la Sua missione nella Chiesa. Oggi lo farà attraverso l’eucarestia, l’alimento che ci permette di non soccombere ai continui “morsi” dei serpenti velenosi che ogni giorno assediano ognuno di noi: sono le nostre debolezze, i giudizi, le invidie, i pensieri malvagi, la tristezza, la mancanza di fiducia…Serpenti velenosi che ci vogliono togliere la forza, distruggono la voglia di vivere e ci rendono incapaci di gioire.

La Pasqua che si avvicina – oggi siamo alla domenica Laetare – è questa Luce, Cristo, che illumina queste nostre tenebre, questo buio terribile in cui possiamo cadere per i morsi dei serpenti: per questo la Veglia della Notte si aprirà con la bellissima liturgia del fuoco e il canto del Preconio.

Accogliamo allora questa luce perché “Siamo opera Sua, creati in Cristo Gesù per le opere buone, che Dio ha preparato perché in esse camminassimo” (Ef. 2,10).

mons. Antonio Interguglielmi: