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La classe politica prenda esempio dai grandi personaggi del passato

Papa Francesco esorta l’umanità alla necessaria cura dell’ambiente. L’economia integrale, la responsabilità dell’uomo e il problema dei rifiuti sono temi centrali della contemporaneità. Nel documento redatto dai vescovi siciliani in occasione delle elezioni si mette in guardia dall’ideologia. Siccome se si fanno i termovalorizzatori arriva la mafia, allora è meglio non farli. Poi si scopre che nelle discariche la mafia è molto presente e quindi non ha interesse che si faccia noi i termovalorizzatori. Molti lamentano che in questa fase storica mancano personalità politiche in grado di rappresentare egregiamente gli interessi e i valori del popolo cristiano. Ma allora non c’è che da rimboccarsi le maniche e decidere di iniziare. Le personalità di un tempo non sono nate improvvisamente, si sono formate nel corso degli anni, nell’800 c’erano i partiti personali. Poi sono sorti i partiti programmatici, quelli della prima repubblica. Oggi sono tornati i partiti personali: ciò che conta nelle elezioni non è il programma, ma è il volto del leader. Oggi conta più la capacità di comunicare, che spesso sconfina nella pubblicità, Questa è la sfida per ciascuno di noi.

Quale è il rischio dei cattolici? Don Luigi Sturzo diceva che era il rischio di fare delle chiesuole. Ognuno pensa di essere lui al centro. E’ illuminante a tal proposito una frase di ispirazione agostiniana molto amata da don Sturzo: “In necessaris unitas, in dubbis libertas, in omnibus caritas”. L’unità è quindi richiesta nelle cose necessarie, c’è poi un ampio spazio che riguarda le cose dubbie e noi spesso non siamo educati a rispettare la libertà. Poi la carità per tutto il resto e oggi quello che manca è la carità, nel senso che ci si insulta a vicenda e piuttosto che illustrare programmi si pensa a demonizzare l’avversario. Siamo in attesa di un nuovo Sturzo, di un nuovo De Gasperi. Vale molto questa frase celebre: Il politico pensa alle prossime elezioni lo statista alle future generazioni.

Tra le grandi personalità politiche del passato non va dimenticato Giorgio La Pira, per il suo tratto più importante: la sua capacità di dialogo. I rapporti tra La Pira e Sturzo non erano buoni. A dimostrazione del fatto che tra cattolici si può pensare diversamente, ma poi ci si mette d’accordo. La Pira disse di Sturzo: il primo Sturzo era un grande uomo ma quando poi è andato in America gli americani l’hanno fatto rincretinire. Sturzo definiva La Pira un “comunistello di sacrestia” perché riteneva ad esempio che nell’intervento per salvare la fabbrica del Pignone a Firenze lui avesse realizzato una specie di statalismo comunale, cioè lo Stato interveniva per salvaguardare i posti di lavoro, mentre a suo parere l’azienda doveva essere salvata dai privati. A riprova della capacità di dialogo di La Pira ricordo un episodio. Quando andò in Russia incontrò il direttore di un istituto scientifico al quale chiese: “Lei scrive delle lettere e quando scrive ci mette anche l’anno?” “Certo”, rispose. “Quindi lei riconosce che Cristo è il centro della storia”. Un’altra volta incontrò Ho Ci Min è gli portò un quadro della Madonna di Giotto Gli disse: “Hai una madre?”. “Certo” rispose. “Ecco, questa è tua madre”. E Ho Ci Min prese il quadro e se lo mise come capezzale.

Il cattolico deve essere capace di dialogare con tutti. Don Sturzo si presentò alle elezioni per 15 anni. E a quel tempo molti preti in Sicilia erano sindaci o prosindaci. Sturzo per presentarsi ebbe il permesso del suo vescovo e del Papa. C’è stato qualche altro caso in qualche paese; oggi non è possibile ed è meglio che sia così. È importante che il sacerdote non si coinvolga con alcuna parte sociale. Il politico che vuole consenso deve avere innanzitutto una storia di impegno sociale e una competenza.

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