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Il vero potere è il servizio. La Chiesa in uscita verso le periferie esistenziali

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Ieri, nella festa dei lavoratori, la Chiesa ha celebrato  San Giuseppe artigiano. Papa Francesco sottolinea che “c’è sempre stata un’amicizia tra la Chiesa e il lavoro. A partire da Gesù lavoratore. Il mondo del lavoro è una priorità umana e cristiana. Dove c’è un lavoratore, lì c’è l’interesse e lo sguardo d’amore del Signore e della Chiesa”. L’afflato sociale del pontificato della misericordia rimanda alla stessa concezione della missione papale. Già nel suo discorso alle congregazioni generali, prima di essere
eletto papa, il cardinale Jorge Mario Bergoglio aveva tracciato l’identikit del pontefice. Un uomo che, attraverso la contemplazione e l’adorazione di Gesù Cristo, aiuti la Chiesa a uscire da se stessa verso le periferie esistenziali. L’evangelizzazione per Francesco non ha nulla a che vedere con l’attivismo. Ma va fondata sulla preghiera. Sull’Eucaristia. Sulla devozione alla Madonna. E’ evidente l’insistenza di Francesco sui sacramenti. Specialmente la confessione. Luogo privilegiato di misericordia da cui trarre le forze per la missione. Francesco è un pontefice profondamente contemplativo, che prega e fa pregare. Lo ha fatto appena eletto pontefice, invitando a pregare l’intera piazza. Lo fa sempre. Ogni volta che incontra qualcuno, prega con lui. Soprattutto quando ha a che fare con l’emarginazione e la sofferenza. Ciò che il Pontefice ha anzitutto da offrire è la fede. Jorge Mario Bergoglio lo scrive nella “Evangelii Gaudium” con parole chiarissime. Il Papa afferma “con dolore che la peggior discriminazione di cui soffrono i poveri è la mancanza di attenzione spirituale“. Nel solco della Dottrina sociale della Chiesa, Jorge Mario Bergoglio richiama la centralità del lavoro. Ai volti dei lavoratori incontrati durante il pontificato corrispondono i profondi mutamenti e le problematiche legate all’occupazione. Nel videomessaggio ai partecipanti alla 109.ma riunione della Conferenza Internazionale del Lavoro il Papa ricorda criticità. Il Pontefice pone l’accento sulla diminuzione delle ore di lavoro. Che negli ultimi anni si è tradotta sia in perdita di posti di lavoro. Sia in una riduzione delle giornate lavorative di quanti lo hanno conservato. Molti servizi pubblici, come pure numerose imprese, hanno dovuto far fronte a gravissime difficoltà. Alcuni correndo il rischio di fallimento. O totale o parziale. Di fronte a questo allarmante scenario il Papa invoca risposte urgenti. Alla ricerca di soluzioni che “aiutino a costruire un nuovo futuro del lavoro. Fondato su condizioni lavorative decenti e dignitose”.Per Francesco il lavoro umano è parte della creazione. E prosegue l’opera creativa di Dio. “Questa verità ci porta a considerare il lavoro sia un dono che un dovere- avverte Jorge Mario Bergoglio-. Il lavoro perciò non è meramente una merce. Ma possiede la sua propria dignità e il suo valore”. Per chi ha responsabilità politiche e imprenditoriali ne deriva una necessaria presa di coscienza. “Non dimentichiamo mai che il vero potere è il servizio. Bisogna custodire la gente. Aver cura di ogni persona, con amore. Specialmente dei bambini. Dei vecchi. Di coloro che sono più fragili. E che spesso sono nella periferia del nostro cuore”.

 

 

 

 

Giacomo Galeazzi: