Sul fronte dei carburanti e del loro costo, stiamo registrando una doppia velocità ovvero, appena il costo del petrolio aumenta, l’incremento dei prezzi alla pompa di benzina è immediato invece, quando lo stesso si riduce, i decrementi sono molto lenti. Ciò comporta una ricaduta negativa per i pieni di carburante nell’ordine di 180 euro annui in più per gli automobilisti e va ad incidere sul costo dei trasporti e quindi sull’inflazione di mezzo punto percentuale, pari ad un ulteriore ricarico sui prezzi di mercato di circa 150 euro, per un totale quindi di circa 330 euro l’anno che vanno a gravare sulle tasche di tutti i cittadini.
Nel nostro Paese, allo stato attuale, vengono venduti in media quaranta miliardi di litri di carburante all’anno tra benzina e gasolio quindi, un aumento nell’ordine di dieci centesimi, fa guadagnare ricchi profitti alle compagnie petrolifere e comporta delle ripercussioni negative anche sui prezzi degli altri beni di consumo nel quotidiano. Alla luce di ciò, le istituzioni preposte dovrebbero chiedere ad Eni, la quale, in parte, è partecipata dallo Stato, le motivazioni degli aumenti dei prezzi e delle speculazioni in atto, con l’obiettivo di agire di conseguenza per arginarle.
San Dionigi l'Areopagita. Discepolo di san Paolo e protovescovo di Atene, m. 95 ca. Viene…
Lo sport, insegna papa Francesco, è “un generatore di comunità”, soprattutto per i giovani perché…
Haiti, l'emergenza umanitaria che il mondo ignora. “Malgrado ormai da tempo si siano spenti i…
Un lembo di terra incastonato tra le rive del Giordano e piane aride lontane dal…
I venti di guerra che, in maniera sempre più forte, stanno aleggiando sull’intera umanità in…
Molte volte Papa Francesco, sia nel corso delle udienze del mercoledì, sia affacciandosi alla finestra…
Questo sito utilizza i cookies per migliorare l'esperienza dell'utente
Altre informazioni