Nel mondo contemporaneo si sta facendo strada sempre più l’idea che i bambini non abbiano alcun diritto. A fronte di numerosi trattati internazionale che dovrebbero garantirli, infatti, assistiamo in molte parti del mondo ad una violenza cieca che ha come primo obiettivo proprio i più piccoli. Disarmati, incapaci di reagire, non belligeranti, eppure solo loro le prime vittime.
Oltre 200 persone, tra cui decine di bambini, sono state uccise in Darfur dalle “armi chimiche” utilizzate dalle forze del Sudan nell’offensiva lanciata lo scorso gennaio, ha denunciato Amnesty International.
Secondo l’Unicef, ad Aleppo Orientale almeno 96 bambini sono stati uccisi e 223 sono stati feriti. “I bambini di Aleppo sono intrappolati in un incubo”, ha dichiarato Justin Forsyth, vice direttore generale dell’Unicef. “Non ci sono parole per descrivere le sofferenze che questi bambini stanno vivendo”,
Poi il monito fortissimo del Papa: ad Aleppo, i bambini sono costretti a bere l’acqua inquinata!. Un’immagine terribile, che evoca il deserto morale nel quale l’umanità sta camminando in questo periodo. L’acqua inquinata è certamente quella delle fonti, senza la quale è impossibile la sopravvivenza, ma è anche quella culturale, senza cui – altrettanto – l’uomo non ha alcuna chance di sopravvivere. Distruggere per distruggere, sembra essere l’impegno che in troppi hanno preso.
E a guardare il bollettino delle vittime giornaliere sembra essere una strategia vincente. Se per “vincente” intendiamo la sopraffazione dell’altro. Ma senza i bambini la vita stessa non ha futuro, come non ce lo avrà con sempre più adolescenti segnati dalla guerra, nel profondo dell’anima prima ancora che nella carne.
La parte del mondo opulenta vede come distanti e lontane queste problematiche, perché ancora non ha compreso quanto tutto sia intimamente interconnesso. La questione migranti è un segnale che non vogliamo o non sappiamo cogliere. L’anno giubilare della Misericordia sta finendo, portando con sé anche il messaggio dell’enciclica Laudato Sì. La cura del creato è la cura dei rapporti umani, che non possono certo essere regolati con le bombe, né con qualunque altro tipo di aggressione né ai popoli né alla natura.
Papa Francesco lo messo nero su bianco, come se fosse un manuale di sopravvivenza, una guida per indirizzare il discernimento dell’uomo, che pur se creato da Dio è artefice del suo destino. Artefice, appunto, non artificiere.