Il termine epifaneia era già utilizzato dagli antichi greci per indicare le azioni dimostrative delle varie divinità pagane. La parola deriva dal greco antico epifàino (che significa “mi rendo manifesto”), e dal sostantivo femminile epifàneia (manifestazione, apparizione). Con la venuta di Gesù questo vocabolo sarà utilizzato per indicare l’attuazione della manifestazione di Dio nell’Incarnazione del figlio Gesù. Molti però non immaginano che anche la parola “befana”, corruzione lessicale di epifania (bifanìa e befanìa) era una presenza mitologica già usata almeno dal VI secolo a.C. L’immagine pagana era quindi inizialmente quella di una dea o comunque di figure femminili volanti che nel periodo del Sol Invictus dovevano portare fertilità sul terreno auspicando così la migliore produzione per un buon raccolto.
Queste pseudo-divinità diventeranno presenze minacciose all’interno della cristianità come figure in opposizione ai Re Magi e quindi si cercherà in tutti i modi di dare un’immagine sempre più negativa e rappresentativa del male attraverso quella che poi sarà raffigurata come la vecchia strega che vola su una scopa. L’occultismo contemporaneo ha ripescato e amplificato queste figure per contrapporle ai simboli della cristianità e quindi allo scopo di distrarre l’umanità dal grande e straordinario significato dell’Epifania. Per molte realtà sataniche la befana corrisponde ad una presenza diabolica in contrapposizione con coloro che invece cercheranno il Salvatore dell’umanità il nuovo Sole di giustizia.
In particolare è la Chiesa ortodossa a dare grande risalto al 6 gennaio ancor più dei cattolici facendone la festa natalizia più importante proprio perché è il giorno in cui il bambino Gesù viene riconosciuto e adorato come il Messia. Questa ricerca di Dio continua nella storia e tanti uomini semplici e altri illustri si sono prodigati a entrare nel mistero di Betlemme. Ci sono coloro che hanno fatto del tutto perché di questo giorno ne sparisse ogni traccia e l’odio insaziabile dell’Anticristo ha sempre cercato nelle più svariate modalità di eliminare la memoria e la fede in Gesù.
Ma se abbiamo il coraggio di guardare ancora il cielo e di innamorarci dell’infinito potremo scorgere anche noi una stella cometa molto più bella e luminosa di un’oscura befana, sognando invece una luce stupenda, unica e attraente pronta a puntare la luce sull’umile sorriso di Dio. I cercatori del Verbo non avranno timore nel prostrarsi dinanzi al piccolo Creatore e coloro che lo desiderano e lo invocano con cuore sincero vedranno la propria vita trasformata, rinascere dall’alto, per una seconda volta.
L’Epifania è quindi la festività cristiana più gioiosa e luminosa perché è il momento dove scoppia la festa in cielo e sulla terra. Questo spazio d’amore si trova in ogni persona che uscendo da se stessa saprà ritrovare l’Emmanuele nei piccoli e nei più deboli riconoscendo nel loro volto quello di Dio.