Editoriale

L’Assunta insegna come uscire dall’odio

“Chi ha Maria per madre, ha Cristo per fratello. Rimettiti in tutto alla Divina Provvidenza attraverso l’Assunta e non preoccuparti di nulla”, raccomanda San Massimiliano Kolbe, devoto mariano e martire nel campo di sterminio ad Auschwitz. Il 15 agosto è una data fondamentale per tutti e per ciascuno. Oggi si celebra la solennità dell’Assunzione di Maria, la “prima dei redenti arrivata in Cielo”, secondo la definizione di papa Francesco. Così preghiamo nel quarto mistero glorioso del Rosario: “Dopo aver terminato il corso della sua vita terrena, fu elevata, corpo e anima, alla gloria del cielo, dove già partecipa alla gloria della risurrezione del suo Figlio, anticipando la risurrezione di tutte le membra del suo corpo”.

L’Assunta è raccontata nei vangeli come “regina di misericordia”, ricettacolo e dispensatrice dell’amore divino verso l’umanità. La Madre di Dio coopera al progetto di salvezza di Cristo e il tema della misericordia è talmente caro a Jorge Mario Bergoglio da averlo scelto come motto episcopale, “Miserando atque eligendo”. Con un’invocazione che diventa un manifesto di fede e carità: “Vergine Santa, primizia dei salvati, modello della Chiesa, sposa santa e immacolata, amata dal Signore, ci aiuti a riscoprire sempre più la misericordia divina come distintivo del cristiano”. Maria è assunta in cielo in anima e corpo: in lei si esprime il destino di ognuno di noi. Giovanni Paolo II nell’enciclica “Dives in misericordia” indica l’Assunta come modello per annunciare e testimoniare la misericordia.

Il Curato d’Ars predicava che “Dio potrebbe fare certamente un mondo più bello di questo; ma non sarebbe più bello se vi mancasse Maria”. Nella sacra scrittura i sei momenti in cui prende la parola sono i due della risposta all’angelo nell’Annunciazione; la replica alla lode di Elisabetta, conosciuta come il Magnificat; il rimprovero materno al Figlio nell’episodio lucano dello smarrimento di Gesù nel tempio a Gerusalemme; e le due interlocuzioni della Vergine al momento della mancanza del vino alle nozze di Cana. In ogni epoca il suo esempio è determinante per la Chiesa e per la credibilità dell’annuncio evangelico. “Là dove la Chiesa è presente, là deve essere evidente la misericordia e dovunque vi sono dei cristiani, chiunque deve poter trovare un’oasi di misericordia – esorta Francesco-. Non giudicare e non condannare, ma perdonare e donare, restando lontani dalle ‘chiacchiere’, dalle parole mosse da gelosia ed invidia e cogliendo il buono che c’è in ogni persona, diventando strumenti del perdono”.

Maria ci aiuta ad aprire il cuore alle periferie esistenziali, portando consolazione, misericordia, solidarietà e attenzione a quanti vivono situazioni di precarietà e sofferenza nel mondo di oggi, alle tante persone private della dignità. Affinché il grido degli ultimi diventi il nostro, Maria ci guida a spezzare la barriera di indifferenza che spesso regna sovrana per nascondere l’ipocrisia e l’egoismo. L’Assunta mostra la strada per il Cielo. E cioè ci aiuta a portare consolazione ai poveri, annunciare la liberazione ai prigionieri delle moderne schiavitù, restituire la vista a chi è curvo su se stesso, ridare dignità a chi ne è stato privato, divenendo capaci di vincere l’ignoranza in cui vivono milioni di persone, soprattutto i bambini privati dell’aiuto necessario per essere riscattati dalla povertà.

Nella devozione mariana rivive e si rinnova lungo i secoli il richiamo alla responsabilità personale, perché l’Ecclesia sia a pieno titolo annunciata come contenuto di fede e, insieme, non venga oscurato dal nostro peccato la sua santità originaria. Sulla scia della Vergine la Chiesa, perfezionando il suo pensiero e la sua azione, non mira a sequestrarsi dall’esperienza propria degli uomini del suo tempo, ma tende piuttosto a meglio comprenderli, a meglio condividere le loro sofferenze e le loro buone aspirazioni, a meglio confortare lo sforzo dell’uomo moderno verso la sua prosperità, la sua libertà, la sua pace. Come dice san Giovanni della Croce: “Alla sera della vita saremo giudicati sull’amore”. La Madre di Dio è la prima testimone e la più grande mediatrice verso l’umanità della misericordia divina che si è manifestata nel suo grembo con un Dio che si è fatto carne per vincere il peccato. In tanti capolavori d’arte sacra sono raffigurati episodi della vita della Vergine che evidenziano il suo essere “madre della misericordia”: dall’Annunciazione dell’angelo all’Assunzione in cielo. Francesco testimonia la bellezza di sentirsi figli sottolineando che l’appellativo di “Regina” non le era rivolto a caso, o come generico attributo di regalità.

La regina del cielo assorbe il concetto di assunzione al cielo, di glorificazione. “Se la misericordia del Signore è il motore della storia, allora non poteva conoscere la corruzione del sepolcro colei che ha generato il Signore della vita – afferma il Papa -. Tutto questo non riguarda solo Maria. Le ‘grandi cose’ fatte in lei dall’Onnipotente ci toccano profondamente, ci parlano del nostro viaggio nella vita, ci ricordano la meta che ci attende: la casa del Padre”. E’ così da due millenni. Sulle orme mariane l’Ecclesia muove i suoi passi nella storia: dalle origini alla contemporaneità. Nel segno della Beata Vergine Maria, con l’ingresso di 2400 padri conciliari nella basilica di San Pietro, ebbe solenne inizio il Concilio Vaticano II. Erano rappresentati tutti i continenti: l’Europa (39%), l’America del Nord (14%), l’America del Sud (18%), l’America Centrale (3%), l’Africa (12%), l’Asia (12%) e l’Oceania (2%). E nel giorno dell’Assunzione iniziò il suo cammino religioso Teresa di Calcutta che “ha seguito Gesù attraverso Maria, il Figlio attraverso la madre”. Più tardi Madre Teresa rifletterà sulla sua speciale chiamata: “Essere tutta per Gesù per mezzo dell’Assunta”.

don Aldo Buonaiuto

Fondatore e direttore editoriale di In Terris, è un sacerdote della Comunità Papa Giovanni XXIII. Da anni è impegnato nella lotta contro la prostituzione schiavizzata

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