Il senso dell’accoglienza secondo Francesco è racchiuso nel telegramma al Colle: “A Marsiglia per promuovere vie di pace“. Il viaggio apostolico del Papa nella città francese è stato caratterizzato dall’apostolato dell’inclusione prima ancora di iniziare. Il Mediterraneo da mare nostrum si è trasformato in “un enorme cimitero dove molti fratelli e sorelle sono privati persino del diritto di avere una tomba“, avverte il Pontefice. Così “a venire seppellita è solo la dignità umana“. Di fronte alla “tragedia dei naufragi” e ai “drammi dovuti a traffici odiosi e al fanatismo dell’indifferenza”, siamo tutti davanti “ad un bivio di civiltà”. Da un lato “la fraternità che feconda di bene la comunità umana”. Dall’altro “l’indifferenza che insanguina il Mediterraneo”. Afferma Francesco: “Le persone che rischiano di annegare quando vengono abbandonate sulle onde devono essere soccorse”. E questo è “un dovere di umanità e di civiltà”.
A Marsiglia Francesco ha ringraziato le organizzazioni che “vanno in mare per salvare i migranti“. Un monito a colore che “tante volte lo impediscono perché alla nave manca qualcosa”. Sono “gesti di odio contro i fratelli, travestiti da equilibrio“. E “tante volte quando mandano via i migranti «è per essere imprigionati e torturati”. Il Memoriale dei dispersi in mare sorge a ridosso del Santuario della Madonna della Guardia. “porta e finestra sul Mediterraneo”. Sul volo per Marsiglia Jorge Mario Bergoglio ha commentato la situazione che sta portando a numerosi sbarchi di migranti a Lampedusa e in altre zone di approdo. “E’ una crudeltà. Una terribile mancanza di umanità– ha detto Francesco ai giornalisti sul volo papale-. Li tengono nei lager libici e poi li buttano a mare”.
La presenza del Papa all’incontro interreligioso di Marsiglia è un invito ad “aprire le porte e il cuore a chi ha bisogno. Siamo tenuti ad abbassarci. A provare compassione. Apriamo le porte delle chiese e delle canoniche, ma soprattutto quelle del cuore, per mostrare attraverso la nostra mitezza, gentilezza e accoglienza il volto del nostro Signore”. Un appello ai pastori: “Chiunque vi avvicini non trovi distanze e giudizi, bensì la testimonianza di un’umile gioia. Più fruttuosa di ogni capacità ostentata. Trovino i feriti della vita un porto sicuro nel vostro sguardo. Un incoraggiamento nel vostro abbraccio. Una carezza nelle vostre mani, capaci di asciugare lacrime. Pur nelle tante occupazioni di ogni giorno, non lasciate, per favore, che venga meno il calore dello sguardo paterno e materno di Dio“.
Quella a Marsiglia è stata una missione per la pace e l’accoglienza. Il 44° viaggio apostolico del pontificato. Marsiglia è la seconda città visitata dal Pontefice dopo la tappa a Strasburgo nel 2014. Un luogo di accoglienza e crocevia di diverse culture. Una visita avvenuta nel pieno dell’emergenza sbarchi a Lampedusa. Per “promuovere percorsi di collaborazione e di integrazione attorno al mare nostrum. Con un’attenzione speciale al fenomeno migratorio”. Nel consueto telegramma al presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella il Papa ha ribadito l’intenzione di riflettere sulle sfide dell’accoglienza, dell’integrazione e della fraternità. Così da favorire il dialogo interculturale e promuovere vie di pace”.