Si avvicina il 21 ottobre, 92° Giornata Missionaria Mondiale e la diocesi di Campobasso si prepara a viverla con un'iniziativa speciale: una veglia di preghiera che si svolgerà sabato 20 ottobre alle ore 20 presso la chiesa di Santa Maria della Libera, a piazza Vittorio Emanuele II, nel capoluogo della regione Molise.
Testimone d'eccezione
A presiedere la veglia sarà presente monsignor Giancarlo Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Bojano. L'ospite speciale dell'appuntamento sarà monsignor Andrew Nkea Fuanja, vescovo della diocesi camerunense di Mamfe. Il presule africano, in Italia per il Sinodo sui giovani, spiegherà ai presente il significato più profondo della missionarietà, raccontando di esempi concreti che vede tutti i giorni nel suo Paese di origine.
La realtà del Camerun
Monsignor Fuanja viene da una realtà difficile come quella del Camerun dove da febbraio scorso spira un vento di guerra con l'aumento degli scontri tra forze dell'ordine e secessionisti. L'attività dei missionari cattolici nel Paese africano risale al 1890 quando la Sacra Congregazione per la Propagazione della Fede assegnarono il compito ai padri pallottini tedeschi della Pia Società delle Missioni. All'epoca, infatti, il Camerun era una colonia tedesca e le prime missioni cristiane a cui fu concesso di stabilirsi furono quelle dei protestanti.
L'insegnamento di Papa Francesco
Durante la veglia presieduta da monsignor Bregantini, si pregherà e verranno raccolte offerte per il sostegno alle chiese del continente africano. Iniziative simili si terranno in tutte le diocesi d'Italia in corrispondenza con la celebrazione della 92° Giornata Missionaria Mondiale. Un'occasione per riflettere su quella che è una vocazione fondamentale per la vita della Chiesa. Papa Francesco, in occasione della ricorrenza dello scorso anno, lo ha ricordato con queste parole: “Ambienti umani, culturali e religiosi ancora estranei al Vangelo di Gesù e alla presenza sacramentale della Chiesa rappresentano le estreme periferie, gli estremi confini della terra, verso cui, fin dalla Pasqua di Gesù, i suoi discepoli missionari sono inviati, nella certezza di avere il loro Signore sempre con sé. In questo consiste ciò che chiamiamo missio ad gentes”.