Si svolgerà dall’8 al 10 novembre a Bologna il ritiro d’autunno “L’abbraccio della misericordia dopo l’aborto”, promosso da “La Vigna di Rachele”, apostolato internazionale da dieci anni attivo anche in Italia, che invita chi porta sulle spalle la dolorosa esperienza dell’interruzione di gravidanza, a fare esperienza dell’abbraccio della misericordia attraverso un ritiro spirituale per la guarigione post-aborto.
Il percorso
Come definire quel profondo disagio che lacera la carne dell’anima a cui non c’è una terapia farmacologica in grado di dare risposta? È la sindrome del post aborto (Pas), una vera e propria patologia che aggredisce in modi e tempi diversi le mamme che hanno fatto ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza. Il percorso offerto da “La Vigna di Rachele”, che gode dell’approvazione ecclesiastica, accoglie partecipanti da tutta Italia ed è progettato per donne, uomini e coppie che portano il dolore emozionale e spirituale dell’esperienza dell’aborto volontario o terapeutico. Come sempre, l’appuntamento di tre giorni verrà guidato da un’equipe che include persone che hanno fatto il proprio percorso per risanare l’esperienza dell’interruzione di gravidanza ed include la condivisione delle storie personali, meditazioni ed esercizi con le Scritture, la celebrazione dei Sacramenti ed una Funzione Commemorativa. In questa piccola comunità di fiducia si vive un intenso percorso per elaborare il lutto collegato alla perdita di uno o più figli con l’aborto. La Vigna di Rachele è un apostolato internazionale, attivo da più di 6 anni in Italia e ormai presente in altri 40 Paesi del mondo.
La Pas
La Sindrome Post Aborto (PAS) è studiata già da molto tempo negli Stati Uniti. Secondo tali studi, il 62% delle donne che hanno effettuato aborti volontari soffrirebbe di questa sindrome con conseguenze psico-fisiche anche gravi. Le conseguenze, spiega su Tempi.it la professoressa Claudia Navarini, docente di Bioetica e filosofia morale presso la Facoltà di Psicologia dell’Università Europea di Roma e autrice di numerosi saggi scientifici, sono “Quelle tipiche del Disturbo Post Traumatico da Stress (PTSD): il senso di colpa in primis, che si può dire non sia mai assente, in forma palese o nascosta. Poi il risentimento – fino a sentimenti di ostilità e di odio – per coloro che hanno contribuito alla scelta abortiva, con eventuali gravi ripercussioni sulle relazioni di coppia. Sono frequentemente presenti ansia, angoscia, tristezza, senso di vuoto. Ci sono infine forme di autopunizione, come il ricorso a dipendenze da alcool o da droghe, l’autolesionismo e la drastica perdita di autostima, i pensieri (talora i tentativi) di suicidio – spesso legati a date speciali, come l’anniversario dell’aborto o della data presunta del parto – , fino alla ripetizione dell’aborto stesso”.
Per ulteriori informazioni clicca qui: www.VignadiRachele.org oppure chiama allo 099.7724.518