Un pane con la forma del Duomo simbolo di solidarietà

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Si chiama Pane in Piazza 2019 la grande manifestazione benefica voluta da Famiglia Marinoni e Missioni Estere Cappuccini onlus di Milano con i patrocini del Comune di Milano, di Confcommercio e la partnership di Società Umanitaria, e dell'Istituto di formazione professionale Ciofs di Cinisello Balsamo per avviare la costruzione di un panificio industriale a Dire Dawa, in Etiopia. Nell’attesa dell’importante kermesse che si terrà durante 'Milano Food City', da giovedì 25 Aprile a sabato 4 Maggio, la metropoli sarà animata da un ricco programma di eventi per celebrare attraverso il pane, l’alimento da sempre simbolo di speranza e di vita i valori missionari professati dai Frati Missionari Cappuccini.

Gli appuntamenti

Nei prossimi giorni, due grandi pagnotte raffiguranti le guglie più amate dai milanesi incorniciate da una spiga, opera del panificatore Luca Piantanida di Coggiola (Biella), saranno donate al parroco del Duomo mons.Gianantonio Borgonovo e a don Giorgio Riva della Basilica di Sant’Eustorgio, che fu il primo Duomo di Milano. Domenica 28 Aprile invece, 1000 pagnotte prodotte in Piazza Duomo dal fornaio e alfiere di Pane in Piazza Nicola Ciarcia, 47 anni, di Venticano (Avellino) insieme ai colleghi panificatori, saranno distribuite dai volontari dell’antichissima chiesa davanti al sagrato (Piazza Sant’Eustorgio 8) con un importante obiettivo: raccogliere fondi per la ristrutturazione del campanile, uno dei tre al mondo ad avere una stella al posto della croce ad indicare che in quel luogo sono conservate reliquie dei Re Magi. L’iniziativa si deve a Cesare Marinoni, figlio del celebre Antonio che 30 anno fa inventò “Pane in Piazza”. “Sono davvero orgoglioso di partecipare nuovamente a questo importante progetto benefico e poter mettere la mia “arte” al servizio di chi ha bisogno – spiega Ciarcia – faccio appello alla generosità dei cittadini affinchè con un piccolo contributo, ci aiutino a raggiungere grandi obiettivi”

Il progetto Panificio industriale Saint Augustin

Lunedì 3 Settembre 2018 alle 8 del mattino ora locale è giunto al Segretariato Cattolico di Dire Dawa, a 50 km da Harar, un grande container con tutto il necessario per avviare un primo forno per la panificazione, installato e poi inaugurato il 26 Ottobre da Cesare Marinoni. Complessivamente sono stati donati 2 macchine impastatrici, 1 chifferatrice per tranciare e arrotolare la pasta, 1 cella a lievitazione programmata, 2 spezzatrici per porzionare l’impasto, 1 cilindro laminatoio per raffinarlo e renderlo omogeneo, 1 macchina macina pane, 1 stampatrice per michette, 2 bilance e 6 carrelli donati da una panetteria milanese; in più 6 forni, una cucina domestica completa, 1.206 confezioni di generi alimentari, 100 di t-shirt, 71 di detergenti e 34 di vestiti per bambini aggiunti da altri benefattori. A impastare e produrre concretamente il pane sono Tewodros e Abiy, i due ragazzi etiopi fatti venire in Italia un anno fa per imparare l'Arte Bianca, formati gratuitamente al Ciofs e poi con un periodo di stage nel panificio di Luca Piantanida. Un prezioso obiettivo è raggiunto: questo primo piccolo panificio già rifornisce di un buon quantitativo di pane i più poveri tra i poveri, come i 1500 ospiti dell’Istituto delle Suore di Madre Teresa di Calcutta e 150 bambini orfani. A coordinare localmente il progetto è lo stesso Vescovo di Harar, mons. Angelo Pagano che lo ha ideato. In Etiopia, nonostante i grattacieli di Addis Abeba, guerra e siccità hanno causato una grave inflazione che ha portato perfino la materia prima del pane a costi proibitivi. Il Vicariato di Harar si estende su una superficie di 266mila chilometri quadrati e la popolazione, raddoppiata nel giro di pochi anni, è di 8 milioni di persone, per la maggior parte giovani senza un impiego. Così Mons. Pagano ha deciso di mettere a disposizione 500 metri quadri appartenenti al Vicariato per costruire un panificio ad ampia produzione. Lo stabilimento dedicato a St. Augustin dovrà avere una capacità produttiva di 300 quintali all’anno, necessaria per colmare parte dell'enorme divario fra domanda e offerta di pane su tutto il territorio, e per sostenere le opere della Diocesi rivolte a persone di ogni religione ed etnia.

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