Durante la veglia della Redditio Symboli una delegazione di giovani milanesi 19enni ha donato simbolicamente la loro “Regola di vita” a monsignor Mario Delpini, arcivescovo della diocesi meneghina.
La veglia di preghiera
La veglia ha coinvolto oltre cinquemila giovani di età compresa tra i 18 ed i 23 anni. Nell'epoca della cultura dello scarto, questi ragazzi hanno dimostrato con la loro testimonianza di fede che c'è ancora un'alternativa valida. Sono stati scelti giovani di 19 anni perchè si trovano in un momento di bivio esistenziale avendo appena finito le scuole superiori e trovandosi a dover scegliere se intraprendere la carriera universitaria o cimentarsi con il mondo del lavoro per la prima volta. Il corso di formazione a cui hanno partecipato durante l'anno li ha stimolati a riflettere sulla loro vita e sull'importanza della preghiera.
Un'idea del cardinal Martini
La preghiera è in cima alle “Regole di vita” consegnate dai ragazzi all'arcivescovo Delpini. Al suo fianco, per vivere la quotidianità da cristiani, anche l'attenzione per gli amici e l'altruismo. Queste “Regole di vita” sono state accompagnate dalla lettura del Vangelo. Un'iniziativa creata dal cardinale Martini durante il suo mandato nella diocesi di Milano. Don Massimo Pirovano, responsabile del settore giovani della Pastorale nella diocesi meneghina, ha spiegato: “La Regola di vita è uno strumento pedagogico molto diffuso nelle parrocchie della Diocesi. Costatiamo che continua a piacere molto ai giovani. Tanto più oggi, dove affetti e amicizie si consumano nello spazio di un WhatsApp o di un tweet è invece forte l’esigenza di prendersi un tempo più disteso per interrogarsi su sé stessi. Noi pensiamo che la Regola funziona proprio perché risponde a questa esigenza profonda”. Su quest'esperienza, Tommaso, uno dei ragazzi ha offerto la sua testimonianza: “Ho scelto di scrivere la Regola, perché penso che possa essermi molto utile. Ricevo tanti di quegli stimoli durante la giornata, che spesso mi sento travolto dalla quotidianità. Ritengo invece che aver messo nero su bianco alcuni punti fermi mi possa spronare a ricordare gli obiettivi che mi sono dato e non quelli che gli altri pretendono da me“.