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Proclamato l'Anno Gaudenziano

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Per la Chiesa di Novara il 2018 sarà l'”Anno Gaudenziano“. Lo hanno deciso il vescovo, mons. Franco Giulio Brambilla, e il Consiglio episcopale novarese per celebrare i 1600 anni dalla morte del primo vescovo della città, che la tradizione fissa nel 418. Le celebrazioni inizieranno il 22 gennaio 2018, giorno della festa liturgica di san Gaudenzio, e termineranno il 22 gennaio del prossimo anno. “In quest'anno giubilare – spiega il vicario generale della diocesi, don Fausto Cossalter – siamo invitati, riscoprendo la figura del nostro patrono, a percorrere il cammino tracciato dal recente XXI Sinodo diocesano per costruire una Chiesa di Pietre Vive che, accogliendo l'eredità che le è stata trasmessa, continui ad annunciare il Vangelo a tutti gli uomini e le donne del nostro tempo con la stessa passione e fedeltà di Gaudenzio e dei suoi successori”.

L'invito ad ogni parrocchia e unità pastorale missionaria, è ripresentare in vari modi ai fedeli la figura del santo patrono, con momenti di riflessione e preghiera, anche valorizzando le numerose chiese presenti in diocesi dedicate a Gaudenzio. Si propone inoltre un pellegrinaggio alla Basilica, dove sono custodite le reliquie del santo. “Per chi compirà questo gesto – aggiunge il vicario generale – la Penitenzieria Apostolica ha concesso la possibilità di accogliere l'indulgenza plenaria, alle condizioni stabilite dalla Chiesa”. L'accesso sarà possibile in ogni giorno festivo dell'anno. Per gruppi e parrocchie è stato preparato un sussidio liturgico con un cammino in tre tappe: dall'antico Battistero, alla Cattedrale, sino alla Basilica.

Sulla vita del santo patrono di Novara non si hanno dati storici certi. Sarebbe nato ad Ivrea e, secondo la tradizione, convertito da Eusebio, vescovo di Vercelli. Sarebbe stato però Ambrogio, vescovo di Milano, a sceglierlo come prima guida della comunità cristiana novarese. Fu consacrato da Simpliciano, successore di Ambrogio. Si ipotizza che Gaudenzio fu vescovo dal 398 alla sua morte, nel 418 (ma non ci sono fonti sicure sul giorno).

Salvatore Caporale: