Chiesa locale e istituzioni civili unite contro il gioco d'azzardo. Il 15 febbraio, aĀ SantāAgata deā Goti sarĆ siglato unĀ protocollo dāintesa tra il vescovo di Cerreto Sannita-Telese-SantāAgata deā Goti, mons. Domenico Battaglia, e tutti i sindaci del territorio diocesano per porre un argine al gioco dāazzardo. Il documento sarĆ firmato in occasione della presentazione dellāannuale dossier regionale Caritas sulle povertĆ .
Il protocollo
Come riporta il Sir, il protocollo ĆØĀ frutto di un percorso avviato lo scorso anno, alla vigilia del Natale, quando di fronte allāimpennata del gioco dāazzardo e alla crescente povertĆ ed esposizione debitoria delle famiglie, Chiesa e amministrazioni locali decisero di provare insieme a fermare questa piaga. āUn fenomeno dilagante ā afferma la diocesi in un comunicato ā visti i dati, al quale va posto un freno anche per scongiurare la possibilitĆ di innescare ulteriori percorsi senza uscita quale puĆ² essere lāusuraā. La firma del protocollo sarĆ preceduta, giovedƬ mattina, dallāintervento del direttore della Caritas diocesana, don Domenico Ruggiano, che parlerĆ de āLe nuove progettualitĆ Caritas sul territorio diocesano per contrastare la povertĆ ā e da quello di Nunzia De Capite, sociologa di Caritas italiana, che si occuperĆ de āIl ruolo della Caritas sui territori: interventi armonizzati, ottimizzazione risorse e regia istituzionale condivisaā.
L'incontro di preparazione
Nelle scorse settimane, mons. Battaglia ha incontrato i sindaci del territorio per ascoltare le difficoltĆ e costruire insieme un percorso comune capace di re-distribuire sogni e speranze quando allāorizzonte si annida un futuro nebuloso ed incerto. āEntrando in tante case – ha detto il presule ai sindaci – ho riscontrato valori che molto spesso sono celati. Ho conosciuto gente impegnata che crede nel cambiamento, tanta ricchezza ma allo stesso tempo anche tante fragilitĆ . Abbiamo un disagio sommerso, del quale ci rendiamo conto solo se abbiamo la forza di andare a scovarloā. E' per questo che Chiesa e Istituzioni devono poter formulare un nuovo paradigma: mettere al centro le persone e ridistribuire la speranza. Una necessitĆ Ā espressa da mons. Battaglia che nasce dalle tante domande, dalle tante mani che bussano quotidianamente alla Caritas per trovare non solo conforto, ma anche una via dāuscita al disagio: āQuando la gente bussa, non puoi non aprireā.
Lotta comune
Negli interventi dei sindaci, la parola āsoliā ĆØ stata il minimo comun denominatore. Da qui la necessitĆ di creare una rete, di riuscire a dare risposte concrete, a fare passi in avanti a condividere emergenze e soluzioni. PiĆ¹ volte hanno rimarcato che sono pronti ad agire ma che a coordinare la cabina di regia sia proprio la chiesa locale. Paolo VI diceva che āla piĆ¹ alta forma di caritĆ ĆØ la politicaā. Allora perchĆ© non mettersi realmente al servizio delle comunitĆ ? Se ĆØ vero che ogni momento di crisi ĆØ accompagnato da un momento di crescita perchĆ© non sapere con chi, perchĆ© e cosa sia necessario fare? Il vescovo ha poi invitato i sindaci a riflettere sullāessere āsamaritani non solo dellāora dopo, ma anche dellāora primaā perchĆ© āanche voi vi chinate a lenire le ferite, ma molte ferite potrebbero essere prevenuteā. Il presule telesino ha poi ricordato che quando si incontra un povero, ābisogna sempre rimanere sulla soglia della sua vergogna e che quando si fa la caritĆ bisogna fare in modo che essa possa essere perdonataā.Ā “Un incontro – si legge sul sito della Curia – che racconta lo sforzo di una Chiesa in uscita, una Chiesa del grembiule, una Chiesa che si fa strada, per accompagnare in questo percorso duro ed in salita un processo di cambiamento che deve essere prima di tutto educativo“.
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