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Omaggio alla Madonna della Salute

La festa della Madonna della Salute che ricorre oggi è una delle più sentite a Venezia e prevede diverse celebrazioni. In particolare il Patriarca di Venezia mons. Francesco Moraglia presiederà la Messa solenne alle 10 nella basilica della Salute dopo che ieri sera ha guidato il pellegrinaggio diocesano dei giovani da Piazza S. Marco alla stessa basilica attraversando il Canal Grande grazie al ponte votivo che è stato benedetto e inaugurato venerdì scorso dallo stesso Patriarca alla presenza delle autorità cittadine.

L'intera comunità, infatti, con queste iniziative, rinnova l'antico voto che risale alla peste bubbonica del 1630/31, la stessa descritta da Manzoni nei “Promessi Sposi”. La festa, oltre che in Laguna, viene celebrata in molte altre località, come ad esempio Trieste, che a quell'epoca facevano parte del territorio della Serenissima ed è accompagnata da una grande partecipazione popolare. Le origini di questa ricorrenza risalgono al voto che fece la Repubblica per chiedere l'intercessione della Vergine di fronte al flagello della peste che decimò la popolazione (si calcolano circa 80.000 morti su 150.000 residenti). Fu così organizzata una processione che durò tre giorni e tre notti con la promessa di rinnovarla ogni anno e di erigere una grandiosa chiesa in onore della Madonna della Salute. L'epidemia finì e la costruzione del tempio fu affidata a Baldassarre Longhena. Ci vollero oltre 50 anni per completare la basilica “in forma di corona”, con un lievitare di costi enorme (dai 50.000 ducati previsti a 400.000) ma alla fine il 21 novembre 1687 il Patriarca Alvise Sagredo consacrò un gioiello architettonico che da allora è meta ininterrotta di pellegrinaggi. Tra l'altro, per Venezia è un giorno di festa anche civile, in quanto la ricorrenza del Patrono (S. Marco, il 25 aprile) coincide con la festività della Liberazione e quindi il Comune ha scelto la data odierna in alternativa, così come consente la legge.

Cercavano Gesù” è il titolo-slogan scelto quest’anno per il pellegrinaggio dei giovani alla Salute con il Patriarca “consapevoli – spiegano gli organizzatori della Pastorale giovanile diocesana coordinata da don Fabrizio Favaro – che nella vita siamo sempre esposti alla possibilità di perdere il Signore Gesù; pellegrini perché desideriamo cercare e ritrovare il Signore”. Lo stesso don Favaro, sulle pagine del settimanale diocesano “Gente Veneta”, sottolinea il carattere popolare della festa che “coinvolge proprio tutte le generazioni perché ancora capace di aiutare tutti ad esprimere il desiderio di Dio e la sete di una fede che aiuti la vita quotidiana”. E poiché ogni festa che si rispetti ha anche una tradizione gastronomica, in questo giorno viene consumata una pietanza a base di carne, la cosiddetta “castradina“, una zuppa a base di cosciotto di montone salato e affumicato.

 

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