Era il 4 luglio del 1484 quando al piccolo Jacopo Belcari apparve la Madonna con Gesù Bambino sul muro dell’antico carcere delle Stinche, ormai abbandonato, a Prato. Sul volto della Vergine comparvero lacrime e sudore. Un evento prodigioso che richiamò fedeli da tutta la Toscana e che fu solamente il primo di una lunga serie legati all’immagine della Madonna con il Bambino.
Un'icona di tenerezza che fu all’origine della costruzione della basilica di Santa Maria delle Carceri, vero capolavoro del Rinascimento, prototipo di tempio a pianta centrale a croce greca, unica chiesa voluta da Lorenzo il Magnifico, che ne curò personalmente il progetto, affidandone la realizzazione al grande architetto Giuliano Da Sangallo.
Una struttura che, a oggi, non ha eguali: nel 1495 terminarono i lavori all’interno, mentre il rivestimento esterno fu interrotto intorno al 1506 e solo il braccio occidentale dell’edificio venne completato, ma nel 1885. La dedicazione della basilica risale invece al 9 maggio 1705.
Per ricordare questo evento di fede, accaduto oltre cinque secoli fa, venerdì 6 luglio, alle ore 19:00, il vescovo di Prato, mons. Franco Agostinelli, presiederà una solenne Messa, alla quale seguirà una cena condivisa. Quel giorno si celebrano messe anche alle 7, 8, 9, 10 e 11.
A mezzogiorno l’atto di affidamento e supplica alla Vergine. Per tutta la giornata saranno a disposizione dei fedeli numerosi sacerdoti che amministreranno il sacramento della confessione.
Non solo. Come è ormai di tradizione, per prepararsi alla solennità di Santa Maria delle Carceri col titolo di Madre di Misericordia, si tiene una tradizionale novena fino al 5 luglio con celebrazione della Messa alle 11:00 in cripta e l'adorazione eucaristica dalle 19:00 alle 20:00.