L'arcivescovo di Matera-Irsina, mons. Antonio Giuseppe Caiazzo, ha concluso l’ottavario della festa della Madonna della Bruna facendo riferimento all’inchiesta sulla sanità lucana – alla quale il presule è estraneo – definendola “un calvario mediatico” da vivere “nel silenzio e nella preghiera”.
Il messaggio
“Una logica, quella delle raccomandazioni, che ho sempre combattuto”, dice il presuel sul Sir. “Ogni giorno raccolgo le lacrime di mamme o papà in pena per i propri figli che non trovano lavoro; di famiglie che non possono vivere con dignità la loro vita perché mancano del necessario e tante altre situazioni dolorose e disperate – ha aggiunto –. Sento che è mio dovere di pastore farmi carico delle pene del mio popolo e di venire incontro come posso alle tante esigenze”.
“Ai piedi della croce – ha aggiunto –, ancora una volta, raccolgo il testimone dell’amore gratuito e disinteressato per servire questa Chiesa, questo territorio”. Infine, l’arcivescovo ha concluso una domanda: “A che serve continuare a celebrare feste nei nostri paesi e in città se manca l’attenzione a chi vorrebbe partecipare e vivere la festa e non può?”
L'inchiesta sulla sanità
“La notizia dell’inchiesta sulla Sanità lucana, divulgata nella mattinata del 6 luglio 2018 sulla stampa online e rimbalzata poi sui notiziari nazionali, lascia sgomenta tutta la Curia dell’arcidiocesi di Matera-Irsina – si legge in un comunicato della diocesi -. Nel mentre esprime la piena fiducia sull’operato della Magistratura, circa la menzione del nominativo dell’arcivescovo, l’arcidiocesi di Matera-Irsina dichiara l’assoluta e totale estraneità di mons. Antonio Giuseppe Caiazzo ai fatti in questione. L’attività quotidiana dell’arcivescovo, che ascolta i bisogni e le necessità della gente, soprattutto dei giovani disoccupati, testimonia la sua costante vicinanza al popolo a lui affidato”.