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Modena, riapre la chiesa danneggiata dal sisma

La rinascita di un edificio sacro come simbolo della vita che in una comunità torna alla normalità. Un’occasione anche, attraverso dati e aggiornamenti del portale Lavoripubblici.it, consente di fare il punto sulla ricostruzione in Emilia Romagna a sette anni dal terremoto del 2012. La seicentesca chiesa parrocchiale della Natività di Maria Santissima era stata gravemente danneggiata dal terremoto del 2012. E sabato 29 giugno sarà restituita alla comunità di Rivara, località di San Felice sul Panaro (Modena). L’edificio sacro è stato completamente restaurato grazie al finanziamento della Regione – con i fondi del Commissario delegato alla ricostruzione, Stefano Bonaccini -, pari a 1 milione e 230 mila euro, per il primo stralcio di lavori già realizzati, a cui si aggiungono 400 mila euro per un secondo stralcio di interventi, attuati dall’arcidiocesi di Modena-Nonantola. Alla cerimonia di inaugurazione e di riapertura al culto, a partire dalle ore 16 e 30, sarà presente l’arcivescovo abate di Modena e Nonantola, monsignor Erio Castellucci, che celebrerà la messa solenne, riferisce l’Adnkronos.  Più forte del terremoto e più forte anche della crisi economica. Corre l’Emilia colpita dal sisma del 2012, a sette anni da quelle terribili scosse del 20 e 29 maggio che causarono 28 morti e 300 feriti, 45 mila persone sfollate e danni per 13,2 miliardi di euro, investendo i territori delle province di Modena, Ferrara, Bologna e Reggio Emilia, 55 comuni più i 4 capoluoghi, evidenzia il portale Lavoripubblici.it. Sette anni dopo, i numeri dicono che l’area del cratere marcia ancora più veloce di prima, con fabbriche, capannoni e strutture nuove, più sicure ed efficienti. La carta di identità dell’area colpita dalle scosse ci parla di 115 mila imprese attive, che danno occupazione a oltre 450 mila lavoratori, creando valore per oltre 38 miliardi di euro. Non solo: dal 2011 sono 22mila i posti di lavoro in più, pari ad un incremento del 5,1%, in linea con il +5,6% regionale. E tutto ciò equivale a circa il 27% del valore aggiunto regionale e rappresenta il 2,4% del Pil nazionale. Nel merito della ricostruzione produttiva (industria, agricoltura e commercio), ricostruisce il portale Lavoripubblici.it, le domande di contributo approvate sono 3.499, per un totale di 1,9 miliardi di euro concessi. Prosegue a pieno regime l’avanzamento della fase di liquidazione dei contributi, con 1 miliardo e 4 milioni di euro liquidati. I progetti conclusi sono 1.980, il57% di quelli approvati. A questi si aggiungono quasi 5.000 attività economiche e commerciali ripristinate, 600 negli ultimi dodici mesi, dai negozi alle botteghe artigiane collegate alle abitazioni. Inoltre, per la messa in sicurezza degli immobili produttivi sono stati concessi contributi, con fondi messi a disposizione dall’Inail, per oltre 60 milioni di euro a 1.549 imprese, di cui oltre il 65% è già stato liquidato. Le ulteriori domande in corso di istruttoria sono 67, per un importo richiesto di oltre 9 milioni”.

Edificio sacro come simbolo  

“Viene restituito alla comunità il principale simbolo della frazione – afferma l’assessore regionale alle Attività produttive e Ricostruzione post sisma, Palma Costi -. È un fatto importante, perché l’identità delle nostre comunità passa anche attraverso la ricostruzione dei luoghi di culto, spesso depositari di tesori unici, che sono i segni più tangibili della bellezza delle nostre città, oltre che basilari nella dimensione religiosa. Un segno concreto che la ricostruzione prosegue in stretta collaborazione tra Regione, diocesi e Ministero dei Beni culturali”. I lavori hanno riguardato la ricostruzione del timpano e di tutta la facciata, la riparazione degli alzati, il consolidamento dell’arco trionfale del presbiterio, il rifacimento completo del tetto del presbiterio, il rafforzamento locale del tetto dell’aula liturgica e quello di tutti i tetti laterali, la ricostruzione completa della lanterna della cupola e il rafforzamento della stessa, nonché il ritinteggio interno ed esterno (a esclusione delle decorazioni artistiche) e il rifacimento di tutti gli impianti preesistenti alla data del sisma, ricostruisce l’Adnkronos. Dopo il sisma del 2012, per il ripristino degli edifici di culto dell’Emilia danneggiati, sono stati stanziati 312 milioni di euro, di cui 273 del Commissario e 39 milioni provenienti da cofinanziamenti. Nei mesi successivi alle scosse, erano stati subito riaperte 54 chiese (con una spesa di oltre 15 milioni di euro), con interventi di messa in sicurezza: inoltre erano stati realizzati, per assicurare la continuità di culto, 15 edifici provvisori con una spesa di quasi 6,3 milioni di euro. Per quanto riguarda la ricostruzione delle case e delle piccole attività economiche, il totale dei contributi concessi dal 2012 ammonta a 2,7 miliardi, di cui già liquidati 2 miliardi. Gli edifici e i condomini completati sono oltre 6.900, per quasi 15 mila abitazioni (prime e seconde case) rese di nuovo agibili (980 nell’ultimo anno). Quindi, complessivamente, la ricostruzione privata (abitazioni, attività economiche e aziende) ha visto contributi concessi per oltre 4,6 miliardi di euro, cresciuti nell’ultimo anno di 300 milioni, di cui 3,4 miliardi liquidati a cittadini e imprese, 500 milioni negli ultimi 12 mesi. Sono oltre 15 mila le famiglie rientrate nelle proprie abitazioni, ben oltre nove su dieci di quelle costrette a lasciare le proprie case nel 2012 dopo le scosse. A oggi, degli oltre 16.500 assistiti nel 2012 dopo le scosse beneficiano delle misure di aiuto previste nel percorso di rientro (collocazione in altra abitazione o sostegno all’affitto) 1.353 nuclei familiari, il 90% dei quali ha subìto un danno pesante alla propria abitazione (di livello E), per i cui tempi di ripristino rimangono ovviamente più lunghi, evidenzia il portale Lavoripubblici.it. Nessuno risiede comunque nei moduli abitativi provvisori, tutti chiusi già due anni fa.

I beni culturali del cratere

Per il programma delle opere pubbliche e dei beni culturali (municipi, teatri, strutture di bonifica, ospedali, edifici a uso pubblico e storici ed edifici religiosi) sono disponibili quasi 1,4 miliardi di euro. Gli interventi finanziati dal Commissario sono definiti nei Piani, nei quali è programmata la ripartizione delle risorse disponibili. Ad oggi, i Piani comprendono 1.227 progetti per 1,1 miliardi di euro. Di questi, sono stati approvati 741 progetti per un totale di 519 milioni di euro. Gli altri progetti contenuti nel Programma delle opere pubbliche, finanziati da altre risorse (assicurazioni, donazioni e risorse proprie degli enti locali), sono complessivamente 432 per 210 milioni di euro.Ma ci sono anche le chiese nel Programma delle opere pubbliche e dei beni culturali. Per gli edifici di culto dell’Emilia danneggiati sono stati stanziati 312 milioni di euro, di cui 273 milioni del Commissario e 39 milioni provenienti da cofinanziamenti. Nei mesi successivi alle scosse erano stati subito riaperte al culto 54 chiese (con una spesa di oltre 15 milioni di euro), con interventi di messa in sicurezza: inoltre erano stati realizzati, per assicurare la continuità di culto, 15 edifici provvisori con una spesa di quasi 6,3 milioni di euro, sottolinea il portale Lavoripubblici.it. A partire dal 2 gennaio scorso, lo Stato di emergenza è cessato in 29 dei 59 comuni colpiti dal terremoto. In questi comuni, che sono i più periferici e meno colpiti dagli eventi sismici, la ricostruzione è terminata, e sono quindi usciti dal cratere in quanto. Lo stato di emergenza rimane attivo nei 30 comuni più colpiti e danneggiati dal sisma, che formano dunque il “cratere ristretto”. Prosegue con determinazione e impegno l’opera per la rinascita dei centri storici ricompresi nel perimetro del “cratere ristretto”: per questi, sono state stanziate ulteriori risorse. Sono state previste, già dal 2018, specifiche misure volte alla rivitalizzazione dei centri urbani e delle frazioni, con l’obiettivo di creare nuovi poli di servizi, di attrattività e aggregazione affinché gli spazi possano ospitare funzioni addirittura migliori rispetto a quelle antecedenti al sisma. Così come gli interventi (a disposizione 35 milioni di euro erogati attraverso tre tranche fino al 2020) per sostenere il ripopolamento e la rivitalizzazione dei centri storici, agevolando processi di insediamento, riqualificazione e ammodernamento delle attività commerciali. Inoltre, per i centri storici, in aggiunta a 18 milioni erogati dalla Regione nel 2018 (25 interventi di cui circa i due terzi sono giunti alla fase di esecuzione dei lavori o sono in procinto di affidare l’appalto), vengono assegnati con queste nuove misure ulteriori 30 milioni destinati ai Comuni del cratere ristretto, per la realizzazione di opere di urbanizzazione primaria, chiarisce il portale Lavoripubblici.it. Sul fronte economico, inoltre, proprio quest’anno sono state stanziate, con bandi aperti, ulteriori risorse per 6 milioni di euro a sostegno di progetti della ricerca e innovazione di piccole e medie imprese e per le startup innovative nell’area del “cratere ristretto”. Considerevole anche lo stanziamento  al tecnopolo di Mirandola (un milione di contributo su 1 milione 250mila euro di budget) per la realizzazione dell’ultimo step di creazione dell’European biomedical hub (Ebh), per rendere pienamente operativo il “Biomedical village” anche a livello internazionale, che, documenta il portale Lavoripubblici.it,  si colloca nel piano di sviluppo e rilancio dell’area mirandolese dedicata alla filiera biomedicale. I comuni rimasti nell’area definita “cratere ristretto” sono: nel bolognese Crevalcore, Galliera, Pieve di Cento, San Giovanni in Persiceto; nel ferrarese Bondeno, Cento, Ferrara, Mirabello-Sant’Agostino, Poggio Renatico, Vigarano Mainarda; nel modenese Bastiglia, Bomporto, Camposanto, Carpi, Cavezzo, Concordia sulla Secchia, Finale Emilia, Medolla, Mirandola, Novi di Modena, Ravarino, San Felice sul Panaro, San Possidonio, San Prospero, Soliera, nel reggiano Fabbrico, Guastalla, Luzzara, Reggiolo, Rolo.

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