Gli organismi diocesani della città di Como, insieme a una quindicina tra associazioni cattoliche, hanno pubblicato una lettera aperta in cui si chiede alle istituzioni di tenere aperto il Centro per migranti di via Regina Teodolinda. La lettera è in risposta alle parole dette nei giorni scorsi dal sottosegretario al ministero dell’Interno Nicola Molteni che ne ha annunciato la chiusura entro il 31 dicembre. Il centro, gestito dalla Croce Rossa su incarico della Prefettura con la collaborazione di una cooperativa legata alla Caritas diocesana e delle Acli che si occupano della parte legale, venne aperto nel settembre 2016 quando la città di Como fu al centro di un ingente flusso di migranti diretti verso la Svizzera.
La lettera aperta
“Fin dal primo giorno di attività del Centro – si legge nel testo – tutti sapevamo che quella struttura sarebbe stata provvisoria. Ci siamo messi in gioco in prima persona – insieme a tante associazioni, a uomini e donne di buona volontà – e di fronte a innegabili problemi, che nessuno ha mai nascosto, abbiamo messo il massimo impegno per la ricerca”. “Riteniamo ipocrita – prosegue la missiva – sfruttare le competenze di cittadini, associazioni e volontari, quando serve.
Il centro, propongono i firmatari, potrebbe continuare a svolgere un ruolo chiave in una città che resta “città di frontiera”. “Più volte – spiegano – in questi soli due anni di apertura, abbiamo visto modificare il fenomeno migratorio e le sue esigenze. Il Campo stesso ha mutato impostazione e quindi abbiamo suggerito, come facciamo ora, che possa restare e diventare risposta a tante altre forme di povertà presenti in città, legate al fenomeno migratorio e non solo, e per le quali le istituzioni stanno sempre più delegando al solo Terzo Settore la gestione ordinaria e straordinaria. Si potrebbero così alleggerire i servizi alle fragilità che, grazie alla dedizione di operatori e volontari, affrontano ritmi e numeri talvolta insostenibili. Eppure non hanno mai fatto mancare assistenza a chiunque si sia presentato a chiedere un aiuto, anche su richiesta delle istituzioni, avendo a cuore le persone, non le provenienze…”. In conclusione, “Noi firmatari chiediamo che il Campo Cappelletti continui a svolgere il suo servizio e che sia sempre desta l’attenzione a tutti i bisogni della città e di chi la vive”.
La lettera è firmata da: Caritas diocesana, Ufficio Migrantes, Acli Como, Azione Cattolica diocesana, Opera don Guanella, Masci e diverse altre associazioni operanti sul territorio.