Si avvicina l'apertura della XXXIV Giornata Mondiale della Gioventù che quest'anno si terrà a Panama dal 22 al 27 gennaio. I giovani delle diocesi di tutto il mondo si preparano a questo storico appuntamento di cultura e spiritualità.
In partenza da Milano
Un centinaio di giovani cattolici provenienti dalle parrocchie lombarde hanno già il biglietto in tasca e sono pronti al viaggio verso Panama. L'Arcivescovo, monsignor Mario Delpini li ha voluti salutare con la consueta Celebrazione del Mandato avvenuta nella cappella di piazza Fontana, a Milano. In rappresentanza dei partenti, tre ragazzi hanno raccontato davanti all'Arcivescovo le loro aspettative e le motivazioni che li ha portati ad intraprendere quest'avventura. Tra di loro, la testimonianza di Laura, originaria di San Giorgio su Legnano, che è alla sua seconda Gmg dopo quella di Cracovia del 2016: “Un’esperienza forte – ha detto la giovane – le parole di papa Francesco mi hanno riflettere molto, nonostante la mia fede fosse debole in quel periodo”.
Le parole dell'Arcivescovo
Monsignor Delpini ha dato la sua benedizione alla delegazione diretta a Panama. Prima della consegna del Mandato, il presule ha tenuto un discorso rivolto ai giovani presenti: “Sono onorato di rappresentare i Vescovi. Tutta la Chiesa lombarda vi vuole bene, vi stima, vi apprezza, vi invia e apprezza anche i sacrifici che questo comporta”. Accennando al titolo della Gmg di quest'anno, monsignor Delpini ha detto: “Un’espressione che mi ha colpito perché sembra insistere su un aspetto personale affinché ciascuno di voi possa dire, 'ecco la serva, il servo del Signore', facendo un passo avanti nella propria disponibilità a Dio Questo sarebbe un passaggio veramente decisivo”. “Panama – ha continuato – è dall’altra parte del mondo (anche se oggi nulla è veramente lontano), e lo è anche per il modo di vivere, per le abitudini. La Gmg non è un’occasione per fare un turismo che non costruisce granché e non porta vicino chi è lontano. Voi, invece, dovete costruire la Chiesa di domani, sentendo la vicinanza delle genti che vengono da ogni parte del mondo, ma che sono anche, qui, tra noi. Questa generazione giovanile, più abituata a viaggiare e a conoscere le lingue, va lontano, ma per capire che i muri non esistono, che le distanze si possono varcare, che le differenze non sono estraneità, ma una possibilità di confronto. Lontano per sentire vicini tutti i popoli della terra, perché possiate costruire la Chiesa dalle genti, fatta anche da persone che hanno alle spalle, a volte, storie dolorosissime. Occorre sentire la fraternità universale come vocazione. Questo è il mandato che voglio affidarvi: vorrei che i giorni di Panama fossero a vantaggio di tutte le Chiese lombarde. Una decisione personale, un 'eccomi per', un’esperienza di pochi per tutti; un andare lontano per sentire la fraternità che avvicina”.