Secondo la tradizione agiografica, Ponziano, diciottenne, di nobile famiglia locale, visse a Spoleto al tempo dell'imperatore Marco Aurelio (161-180). Dopo aver resistito, con una fede indomita, alla persecuzione contro i cristiani portata avanti dal giudice Fabiano, fu da questi condannato a diverse prove che non conseguirono l'effetto voluto dai persecutori e infine sottoposto al martirio per decapitazione.
Tre opere di carità
Martedì la Chiesa di Spoleto-Norcia celebra la festa di San Ponziano, patrono della Città di Spoleto. Diversi gli appuntamenti di formazione e di preghiera in avvicinamento alla solennità del giovane martire, decapitato il 14 gennaio 175 per non aver rinnegato la fede. La reliquia del Santo sarà poi “n tre significative opere di carità e di prossimità a quanti vivono situazioni di fragilità: sabato 11 gennaio a Capro di Bevagna alla casa famiglia della Comunità “Papa Giovanni XXIII”; domenica 12 gennaio messa presso la cappella dell’Ospedale “S. Matteo degli infermi” di Spoleto e lunedì 13 gennaio tra le persone disabili accolte dalle Suore della Sacra Famiglia a “Villa don Pietro Bonilli” a Montepincio di Spoleto. Stamattina, riferisce il Sir, l’arcivescovo, monsignor Renato Boccardo accompagnerà la reliquia del Santo all’Istituto per sovrintendenti della Polizia di Stato “Lanari” di Spoleto e presiederà un momento di preghiera con i formatori e i ragazzi che frequentano i corsi.
Formazione
Stasera, alla parrocchia del Sacro Cuore a Spoleto, l’economista Luigino Bruni terrà una conferenza su “Capitalismo e cristianesimo”. Questo appuntamento rientra nei “Convegni di San Ponziano” pensati dall’allora arcivescovo Ottorino Pietro Alberti con la finalità di offrire un momento di formazione in prossimità della festa del patrono. Lunedì 13 gennaio (alle ore 21), nella basilica cattedrale di Spoleto, una veglia di preghiera presieduta da monsignor Riccardo Fontana, presule di Arezzo-Cortona-Sansepolcro e già arcivescovo di Spoleto-Norcia. Martedì 14 gennaio monsignor Boccardo presiederà il pontificale in duomo, che verrà trasmesso in diretta sulla pagina facebook della diocesi di Spoleto-Norcia. Nel pomeriggio in cattedrale i secondi vespri Pontificali e a seguire la processione per le vie del centro di Spoleto che si concluderà nella Basilica di San Ponziano: come da tradizione il corteo religioso sarà avviato da cavalli e cavalieri, in ricordo del martire definito “felice cavaliere del cielo” e raffigurato quasi sempre a dorso di un cavallo.
In segno di ringraziamento
Dopo la benedizione dell’arcivescovo ai fedeli con la reliquia del Santo, la messa di ringraziamento presieduta da don Edoardo Rossi, parroco dei Santi Pietro e Paolo in Spoleto. Una memoria collettiva che si riannoda lungo i secoli. San Porziano venne condannato alla decapitazione, che fu eseguita il 14gennaio del 175. Il giovane martire venne sepolto in un luogo vicino alla città, alle pendici del colle Ciciano o Luciano, nell'area cimiteriale detta “di Sincleta”, dove ebbe dapprima una memoria poi una basilica. Analogamente a quanto avvenne a Roma anche a Spoleto le basiliche costruite sulle tombe dei martiri furono affidate alla custodia dei monaci, che ne curavano il decoro della liturgia e l'assistenza dei fedeli che vi si recavano a pregare. Fonti medievali testimoniano che come era accaduto a San Sabino anche presso la tomba di San Ponziano era sorto un monastero.
Le reliquie
Al tempo della Guerra Gotica a poca distanza dalla basilica di S. Ponziano fu ucciso dai soldati S. Giovanni Arcivescovo, i cui resti, alcuni secoli più tardi, la badessa Gunderada traslò in S. Eufemia, ed in seguito furono deposti in S. Pietro extra moenia. La fama del martire uscì dall'ambito locale e nel 966 il vescovo di Utrecth trasportò nella sua città, che lo elesse compatrono, le reliquie del santo. Negli statuti del Comune redatti nell'anno 1347 leggiamo come le decisioni di maggior peso fossero prese, dopo aver invocato il patrocinio di San Ponziano, nell'adunanza che si riuniva nella Piazza del Duomo. Al santo fu dedicata anche la cappella del Palazzo Comunale; la Magistratura interveniva in forma solenne alla festa del martire, e, annualmente, quando c'erano dei territori di confine contesi da altri comuni, la Magistratura vi si recava in forma ufficiale e li attraversava gridando “San Ponziano! San Ponziano!” come segno indiscusso di appartenenza alla città.
Secoli di miracoli e devozione
Un illustre storico spoletino, il barone Achille Sansi, massimo conoscitore delle cose spoletine, parafrasando i Lezionari, ricorda come presso la tomba del santo avvenissero frequentemente fatti giudicati miracolosi: “vengono ancora al sepolcro i malati e ritornano sani, vi accorrono gli infermi e sono guariti”. Le “Risoluzioni Capitolari” del Capitolo della Cattedrale ci attestano come la devozione al santo avesse da sempre risvolti di pubblica ufficialità. La sera del 14 gennaio del 1703, dopo i secondi vespri di S. Ponziano, un terribile terremoto squassò la zona appenninica fino a L'Aquila. A Spoleto e nel suo comitato si ebbero molti crolli ma non si contò nessuna vittima. Questa singolare coincidenza fu attribuita all'intercessione del santo di cui si celebrava la festa, e, da allora fu invocato in occasione dei terremoti, tant'è che ancora la gente è solita dire “E' passato San Ponziano!” per dire “E' passato il terremoto”. Fu composta una preghiera ufficiale di ringraziamento che recita: “O Santissimo nostro protettore Martire Ponziano, che in virtù del triplicato Credo da Voi proferito nel Vostro morire, ne liberasti ne anni scorsi, nel giorno anniversario gli dei vostri trionfi, da triplicate e spaventose scosse del terremoto: vi preghiamo liberacene ancora nei tempi a venire“.
Il terremoto
In segno di ringraziamento, e, per invocarne il patrocinio, fu offerto un artistico reliquiario d'argento ove fu riposta una costola del Santo che era stata portata a Spoleto da Fra Tommaso da Spoleto, che l'aveva ottenuta dal Re di Francia, nel settembre del 1702. Esso veniva portato in processione quando si avvertivano lievi scosse di terremoto. La devozione a San Ponziano ebbe una forte ripresa in tutta la Diocesi; altari dedicati al santo furono edificati in diverse chiese; l'iconografia lo presentava o come cavaliere con la bandinella bianca crociata di rosso o coglieva l'attimo della decapitazione, come nell'altare che fu eretto a Cerreto. Dopo il terremoto della notte fra il 4 e 5 giugno 1767 fu portata in processione per la Città la reliquia della sacra Testa, e vi intervenne la Magistratura in forma ufficiale; vi presero parte anche tutte le famiglie religiose dimoranti in Città e le confraternite di Spoleto e del contado. Dopo il terribile sisma del 20 maggio del 1895, nonostante il forte laicismo dei tempi e i numerosi anticlericali e massoni che ricoprivano le cariche pubbliche, vi fu un'imponente processione di ringraziamento con la partecipazione di tutte le istituzioni presenti in città.