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La Chiesa indica all'Ue le millenarie radici cristiane

L'auspicio di papa Francesco è che l’Europa torni a essere quella del “sogno dei padri fondatori”. Una visione concretizzata dall’attuazione di quell’unità storica e culturale, oltre che geografica, che caratterizza il Vecchio Continente.

Costruzione condivisa

Nel 2020 ricorre il 70° anniversario della Convenzione europea dei diritti umani, “vera pietra angolare per la protezione delle persone da ogni violazione dei diritti umani”, ma anche strumento che ha contribuito a “forgiare una identità europea basata su valori condivisi che trascendono le diversità culturali”. Da qui, riferisce il Sir, è partito l’arcivescovo Paul Gallagher, segretario vaticano per i rapporti con gli Stati, che ha tenuto la relazione introduttiva alle “giornate interdisciplinari” su “Costruire l’Europa insieme. 50 anni di Santa Sede al Consiglio d’Europa”. Se però si vuole offrire una visione dell’Europa, secondo il ministro degli Esteri della Santa Sede, bisogna “iniziare dicendo che non esiste ancora un’unica percezione dell’Europa, nemmeno dal punto di vista del progetto da realizzare: ogni nazione ha la sua visione dell’Europa. E all’interno dei Paesi, sono numerose le rappresentazioni che ci si fa dell’Europa o si desidererebbe poter già considerare come parte integrante della storia”.

Confronto e dialogo

Nel suo intervento, l'arcivescovo Gallagher ha voluto però presentare “un’idea dell’Europa che non ignora le sue fondamenta e le sue radici cristiane” e ha tratteggiato “alcune idee di un progetto di costruzione europea che non sono valide solo per cattolici o cristiani in generale, ma che possono costituire elementi di riflessione per qualsiasi persona di volontà”. E questo come contributo di confronto e di dialogo, che è “l’obiettivo dichiarato di questi tre giorni” di incontro. L’Europa va salvata perché è un patrimonio che “non può e non deve sciogliersi”. Dialogo e ascolto “a partire dalla propria identità” e dai valori umani e cristiani sono l’antidoto contro sovranismi e populismi e il motore per “un processo di rilancio”, “che vada avanti senza interruzioni”, spiega Francesco

I punti critici

“Nell’Unione europea ci si deve parlare, confrontare, conoscere”, afferma il Pontefice, spiegando come il “meccanismo mentale” dietro ogni ragionamento debba essere “prima l’Europa, poi ciascuno di noi”. Per fare questo, ribadisce, “occorre anche l’ascolto”, mentre molto spesso si vedono solo “monologhi di compromesso”. Dunque, “il punto di partenza e di ripartenza sono i valori umani, della persona umana. Insieme ai valori cristiani: l’Europa ha radici umane e cristiane, è la storia che lo racconta. E quando dico questo, non separo cattolici, ortodossi, e protestanti. Gli ortodossi hanno un ruolo preziosissimo per l’Europa. Abbiamo tutti gli stessi valori fondanti”.  Sebbene ci siano stati “problemi di amministrazioni e dissidi interni”, avverte Papa Francesco, la designazione di una donna, Ursula von der Leyen, a capo della Commissione europea, “può essere adatta a ravvivare la forza dei padri fondatori”, perché “le donne hanno la capacità di accomunare e di unire”. 

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