L'11 dicembre 2018 alle ore 20,30 Peppe Barra porterà in scena “La Cantata dei Pastori” nella Basilica di Santa Trofimena a Minori.
L'opera
Si tratta di una delle opere più antiche della gloriosa tradizione del teatro napoletano, risalente al 1698. Vengono raccontate le congiure di Belfagor per impedire la nascita del Divin Bambino e i suoi tentativi di assassinare la Vergine Maria e San Giuseppe. Tentativi che non vanno a buon fine grazie all'intervento dell'Arcangelo e da Razzullo.
I promotori
Un'iniziativa voluta dalla Scabec con il Comune di Avellino, il Comune di Minori, il Comune di Sorrento, le diocesi di Sorrento-Castellammare ed Amalfi- Cava, di Avellino, e tutte le parrocchie interessate. Quello rappresentato da Peppe Barra sarà un adattamento dell'opera originale scritta da Andrea Perrucci secoli fa. Lo spettacolo sarà arricchito dalle esibizioni musicali dal vivo dei maestri Roberto De Simone, Lino Cannavacciuolo, Paolo Del Vecchio e Luca Urciuolo. Le loro musiche accompagneranno la recitazione di Peppe Barra e di Rosalia Porcaro che interpreterà Sarchiapone, maschera tradizionale ispirata a Pulcinella.
Lo spettacolo
Le porte della Basilica si apriranno per i 250 fortunati che riusciranno ad arrivare in tempo per assistere allo spettacolo, gratuitamente. E' la Regione Campania a sostenere il programma attraverso il Dgr Turismo 364 del che si pone lo scopo di valorizzare le chiese barocche monumentali della Campania.
La Basilica
Il primo luogo di culto della cittadina della costiera amalfitana risale al 640 d.C. e fu costruita quando, secondo la tradizione popolare, sulla spiaggia vicina fu ritrovata un’urna con le spoglie mortali della Santa. Trofimena fu riconosciuta subito come Patrona di Minori. L'erezione della Basilica, al posto di questo edificio romanico in declino, si ebbe alla metà del XVIII secolo grazie all'autotassazione della popolazione locale. Santa Trofimena era origiaria di Patti, nel messinese e secondo le poche ricostruzioni che si hanno, sarebbe stata martirizzata a dodici anni d'età per opera del padre che non accettava la sua conversione al cristianesimo.