E' un autentico capolavoro il presepe che oggi pomeriggio alle 17 sarà inaugurato ufficialmente dall'arcivescovo di Firenze, cardinale Betori, nella basilica di Santo Spirito. E' un'opera del maestro lucano Franco Artese che sarà possibile ammirare fino al 4 febbraio del prossimo anno. L'evento è uno dei due a carattere artistico-religioso organizzate e fortemente volute dall’Azienda di Promozione Turistica della Basilicata a Firenze, città Unesco in ideale gemellaggio con Matera Capitale della Cultura Europea 2019: l'altra manifestazione è la rassegna “Maternità divine. Sculture lignee della Basilicata dal Medioevo al Settecento”. Entrambe le iniziative saranno presentate oggi.
I presepi monumentali della Basilicata sono una tradizione natalizia itinerante prossima a festeggiare i dieci anni di vita. Si tratta di opere capaci di raccontare, insieme al mistero della Nascita, la storia, la cultura e il paesaggio di una Terra ricca di naturale spiritualità, millenario crocevia di popoli e tradizioni, che oggi si offre ai visitatori per sorprenderli in un viaggio senza tempo fra chiese rupestri, abbazie, santuari, cattedrali, borghi, in cui rivive la storia dell’umanità intera. Un paesaggio caratterizzato da vicoli e scale, grotte e palazzotti signorili, archi e ballatoi, orti e terrazze, da cui sbucano, improvvisi, i caratteristici comignoli o i campanili delle chiese ipogee impreziosite da affreschi simboleggianti un’arte che lega l’uomo a Dio. Le case scavate nel tufo e incastrate tra loro, evocazione di un sapere artigiano tramandato di padre in figlio, appaiono come merletti che l’Uomo e Madre Natura si sono divertiti a tessere.
Franco Artese, è nato in Basilicata, dove vive e lavora. Nella sua carriera ha avuto importanti riconoscimenti allestendo presepi monumentali, in collaborazione con APT Basilicata, nelle più importanti città europee, negli Stati Uniti, a Betlemme con l’UNESCO, in Piazza San Pietro a Roma in occasione del Natale 2012, omaggio a Benedetto XVI. Lo stesso presepe è stato poi esposto nella diocesi di Goyana in Brasile mentre un’altra sua opera ha fatto da cornice ad importanti eventi tenutisi a Turku, in Finlandia, nel 2013, a New York nel 2015. Un artista di fama mondiale che quest'anno ha sviluppato il tema “L’Infinito diventa uno di noi“.
Il presepe si compone di un insieme di quadri, con oltre 110 personaggi, che rappresentano diversi momenti della vita quotidiana, in un ambiente semplice e laborioso, che attinge a immagini tratte da riti e tradizioni della civiltà rurale lucana, ancora vive, tra cui: la rappresentazione del Maggio di Accettura, attraverso un gruppo di buoi che, aiutato dagli uomini, traina il tronco di un grande albero; una processione simbolo della forte devozione popolare per la Vergine Maria con fedeli che portano sulle loro teste i “cinti”, composizioni di ceri costruite come fossero architetture, ex voto in cui si compendiano speranze ed attese ma anche attestati di gratitudine per grazie ricevute; il culto della Madonna della Bruna, tra storia e leggenda. Spiega padre Giuseppe Pagano, priore del Convento agostiniano di Santo Spirito: “Questa è la nostra speranza: che nel periodo natalizio chi entra a Santo Spirito possa comprendere di più, attraverso questo presepe, la grandezza di Dio attraverso la sua piccolezza e anche la grandezza dell’uomo grazie proprio al dono dell’Incarnazione”.
La mostra “Maternità divine” è invece in programma dal 16 dicembre al 24 marzo 2018 nel Complesso monumentale espositivo dell’Opera di Santa Croce. Al progetto collaborano la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio della Basilicata, il Comune di Firenze-Ufficio UNESCO e l’Opera di Santa Croce. Francesco Canestrini, direttore della Soprintendenza lucana, ha affidato la cura scientifica della mostra ad Elisa Acanfora, professoressa associata di Storia dell’Arte Moderna dell’Università della Basilicata, che spiega: “Si tratta di una mostra che intende portare e far conoscere alcuni capolavori di scultura lignea della Basilicata, mai usciti sinora dai confini regionali. Le sculture, di grandi dimensioni e di grande pregio, spaziano dal Medioevo al Settecento e vertono sul tema della Natività, rappresentato da varie Madonne con il Bambino e da un gruppo con la Sacra Famiglia, cui viene affiancato un busto di San Giuseppe con il Bambino, un soggetto che spesso si accompagna a quello della 'maternità divina'”. Sono state scelte una quindicina di opere, restaurate, selezionate come maggiormente rappresentative del grande patrimonio di scultura lignea policroma che si conserva nella regione lucana.