E'stato un lavoro lungo, complesso e faticoso. Ma il risultato finale ripaga gli sforzi sostenuti dall'arcidiocesi di Benevento che è riuscita ad ampliare la sua già fornita offerta culturale, regalando ai fedeli una nuova sala all'interno del Museo diocesano della città campana.
I reperti a disposizione del pubblico
Lo spazio è stato pensato per dare il giusto rilievo alla Chiesa beneventana. La chicca è rappresentata dai resti degli amboni della cattedrale degli inizi del secolo XIV, recuperati dai bombardamenti anglo-americani del settembre-ottobre 1943. Il visitatore potrà quindi fruire di quanto rimane degli straordinari arredi, opera dello scultore Nicola da Monteforte, finalmente visibili nello stesso luogo e nel contesto culturale e liturgico di origine. Dal Museo del Sannio sono state cedute delle opere per dare loro la giusta dimensione e collocazione. Si tratta delle lapidi di epoca paleocristiana; del sarcofago del vescovo Pietro Sagacissimo (morto nel 914) e la memoria del notarius Maurussono stati posti nell’area del rinvenimento. Invece la lastra tombale di Gaspare Colonna, arcivescovo di Benevento dal 1430 al 1435, è stata collocata nella sala dei vescovi accanto al suo stemma. Con profonda soddisfazione si registra pertanto questo risultato che costituisce un ulteriore tassello nell'ampiamento dell'offerta del Museo diocesano. Che sta ospitando l'interessante mostra “Scritture in-colte. Mezzi e strumenti della comunicazione”. Rassegna promossa dall’Associazione Italia langobardorum che spiega i mezzi di comunicazione del passato e offre la possibilità di visionare le immagini delle formelle che costituiscono la Janua Maior della Cattedrale, le notazioni musicali del canto Beneventano e la comunicazione per immagini degli Extultet. “Una mostra attraverso la quale si vuole far conoscere il molteplice linguaggio della chiesa attraverso i secoli – così Mons. Accrocca – e al contempo parla dei come la chiesa beneventana di cui quest’anno ricorre il 1050 esimo anniversario dell’elevazione ad Arcidiocesi metropolita, ha fatto in ambito culturale”.