Per arginare una pericolosa deriva, la piattaforma web YouTube ha da tempo vietato le challenge. Cioè le sfide come quella delle pastiglie di detersivo da ingoiare o della pinta di birra da mandare giù tutta di un fiato. Challenge che minacciano l’incolumità fisica di migliaia di bambini e adolescenti.
Sos challenge
Una piccola bara bianca poggiata davanti all’altare della basilica di Santa Chiara a Napoli. Fiori e un silenzio irreale accompagnano il bimbo che, a 11 anni, si è lanciato dal balcone di casa sua. Togliendosi la vita per una challenge sul web. La procura ha aperto un fascicolo contro ignoti per istigazione al suicidio. In chiesa ci sono coetanei del bimbo, amici di scuola, e quelli del calcio. Nessuno avrebbe dovuto, a questa età, assistere all’ultimo saluto a un amichetto. Abbracciati alle mamme che li hanno accompagnati. Composti in un dolore inspiegabile per la loro età. Due, al massimo tre persone in ogni banco, come impongono le misure anti covid. Ma chiesa monumentale, al centro di Napoli, è piena.
Pesce velenoso
Ci sono i volontari della Basilica di Santa Chiara a chiedere di rispettare le distanze alle persone rimaste in piedi. Monsignor Vincenzo De Gregorio ha celebrato il rito insieme con Giovanni Paolo Bianco, parroco di Santa Chiara. “Il rispetto che dobbiamo a un bambino impone a tutti di tacere e attendere le risposte alla domanda ‘perchè?’- ha detto, commuovendosi, durante l’omelia-. Ammesso che possa essere trovata una risposta”.
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Al termine del rito funebre, i genitori del piccolo hanno parlato a tutti dall’altare. “Esiste l’imponderabile– ha affermato il padre – ci chiedete cosa è successo? Non lo so. Posso dire che mio figlio era un puro e mi sono dato un’immagine. Lui pescava. Pensando di aver preso un tonno, lo ha addentato e invece era un pesce velenoso“.