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“Los Conductos”, ovvero “io sopravvissuto ad una setta”

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Il film “Los Conductos” di Camilo Restrepo, premiato come miglior Opera Prima all’ultimo Festival di Berlino, racconta dall’interno l’inferno settario. Nel suo film d’esordio Restrepo racconta una storia di pseudo-religione, fanatismo settario e violenza in Colombia. Lo sconvolgente racconto per immagini è ispirato alle memorie di un sopravvissuto ad una setta, Luis Felipe Lozano, che nel film interpreta se stesso. “Los Conductos” è la storia di uomo che deve affrontare i fantasmi del proprio passato per poter ritornare a vivere una vita normale. 

In fuga dalla setta

E’ stata un’edizione ibrida quella del prestigioso Carbonia Film Festival. In un anno così particolare non ha rinunciato a presentare il meglio della produzione cinematografica internazionale dedicata alle tematiche sociali.E’ stata messa a disposizione la programmazione gratuitamente online su tutto il territorio nazionale. Un uomo fugge nella notte. Percorre a bordo di una moto una strada notturna, fino a raggiungere la sommità di una collina che sovrasta la città. Pinky la guarda dall’alto. Dopo essersi liberato dal giogo di una setta pseudo-religiosa, medita vendetta nei confronti del leader. Il guru, che si faceva chiamare Padre, lo ha ingannato per anni.

Schiavizzato dal guru

L’ex schiavo della setta trova un rifugio improvvisato in un garage e lavora in un’officina dove vengono stampate magliette contraffatte. Il tentativo di ricostruire la propria vita sembra però fallire. Per portare a compimento la sua vendetta, dovrà prima affrontare i suoi tormenti, che affondano nel subconscio violento di un intero paese, la Colombia. Incarnata dalla figura di un bandito leggendario di altri tempi chiamato Desquite.

Gianluca Franco: