Non ha fine l’orrore delle spose-bambine. Arzoo Raja, tredicenne cattolica di Karachi (Pakistan), è stata rapita il 13 ottobre scorso. E’ stata costretta ad abbandonare la propria fede e a sposare il suo rapitore. Si tratta del quarantaquattrenne musulmano Ali Azhar, anch’egli residente a Karachi.
La tragedia delle spose-bambine
Il 24 ottobre, un folto gruppo di cristiani e attivisti della società civile, guidato da due parlamentari, si è radunato di fronte al Karachi Press Club. Un’iniziativa finalizzata a denunciare la piaga dei rapimenti. Delle conversioni forzate. E dei matrimoni coatti ai danni di minorenni appartenenti alle minoranze religiose. Anzitutto quella cristiana. Tali reati dovrebbero essere perseguiti in base al Child Marriage Restraint Act del 2014. La cui applicazione tuttavia è spesso ostacolata dalle forze di polizia e da membri dell’autorità giudiziaria.Rapimento
La legale dell’adolescente rapita, l’avvocato Tabassum Yousaf ha avuto un colloquio con Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acs Italia). E ha comunicato di aver presentato un’istanza all’Alta Corte del Sindh di Karachi. La prima udienza per esaminare il caso si è svolta due giorni fa. Secondo fonti locali diversi familiari del rapitore sarebbero attualmente in stato di fermo. La fondazione pontificia Acs sostiene spesso le spese legali per la difesa delle minorenni cristiane vittime di tali odiosi reati. Fra le quali Huma Younus. “Da oggi finanzierà anche l’assistenza legale di Arzoo Raja. E sosterrà la sua famiglia attualmente priva di entrate”, afferma Alessandro Monteduro, direttore di Acs Italia. “Fronteggiamo un quotidiano stillicidio di gravi violazioni del corpo e dello spirito di queste adolescenti appartenenti alle minoranze religiose. È ora che le autorità preposte alla difesa delle vittime, cioè le forze di polizia e l’autorità giudiziaria, si affranchino dalla pressione sociale degli estremisti“, sostiene Monteduro.