Nell’enciclopedia Treccani per setta si intende “un’associazione di persone che seguono e difendono una particolare dottrina filosofica, religiosa o politica“. Oppure “gruppi che
si separano dalla comunità religiosa originaria per dissenso su questioni dottrinali o disciplinari“. Invece, in realtà, sono pseudocredenze. Si tratta, quindi, di organizzazioni che seguono una determinata pseudodottrina o modo di vivere. Il sociologo Zygmunt Bauman, teorico della “società liquidità”, è il principale studioso dei meccanismi con cui le false credenze dilagano nel “supermarket del sacro”.
Pseudocredenze e sette
La scelta di un indirizzo particolare di vita religiosa ha l’inevitabile effetto di
staccare un gruppo di persone dalle normali forme organizzative della società. Per esempio, nella formazione del buddismo, il momento essenziale non è stato quello del distacco dal brahmanesimo, religione di tutta la comunità indiana. Ma quello dell’adesione alla particolare predicazione del Budda, che ha condotto gran parte della popolazione orientale verso un’altra forma di religione. Però di divisione in divisione, le sette si moltiplicano senza sosta. Poiché, anche nel seno di comunità religiose così formate, si presentano spesso tendenze eterodosse che portano alla formazione di ulteriori comunità settarie particolari. Nella cronaca quotidiana della Santa Sede ci sono episodi che, a lungo termine, finiscono per entrare di diritto nella storia del pensiero cristiano. Uno di questi è stato l’incontro reale, ma anche spirituale, tra il papa Francesco e il sociologo Zygmunt Bauman. L’occasione materiale per il dialogo tra il pontefice e il grande sociologo polacco fu, il 20 settembre 2016, la celebrazione ad Assisi del 30° anniversario della Giornata mondiale per la pace che Giovanni Paolo II, nel 1986, aveva convocato nella città del Poverello.
Supermarket delle credenze
Zygmunt Bauman era presente al meeting ispirato dallo “spirito di Assisi” del 2016 e ascoltò il messaggio di Francesco. Già nel 2015, aveva partecipato all’incontro di dialogo interreligioso ad Anversa e ne era rimasto molto interessato e coinvolto. Soprattutto per l’insistenza sui temi del dialogo globale. Al termine della riunione dei leader religiosi ad Assisi, avvenne il colloquio personale tra Jorge Mario Bergoglio e Zygmunt Bauman e fu “molto intenso”, come testimoniato dalla moglie Aleksandra. Il suo “pessimismo” si esprimeva in una critica severa alla globalizzazione, caratterizzata da una serie di paure susseguenti. Come quelle verso il millennium bug, la mucca pazza, il terrorismo e via dicendo. Secondo Bauman, la collana di questi eventi è tra le cause principali dell’”incertezza” del cittadino globale e, soprattutto, del suo ripiegamento su sé stesso e sul presente, che lo spinge a non guardare con speranza al futuro. Anzi a innalzare “muri” contro l’altro.