“Su 170 mila giovani migranti e rifugiati provenienti da 30 paesi,
uno studente su 3 ha vissuto esperienze di cyberbullismo, e a causa di questo 1 su 5 ha saltato almeno qualche giorno di
scuola“, spiega
Francesco Samengo, presidente di
Unicef Italia. Nel
71% dei casi il cyberbullismo si verifica sui social network.
Persecuzione in rete
Le ragazze hanno maggiori probabilità di essere vittime di cyberbullismo rispetto ai coetanei maschi. La persecuzione dei minori dilaga in rete. A livello mondiale, oltre 1 studente su 3 fra i 13 e i 15 anni ha vissuto esperienze di bullismo. Si stima inoltre che gli studenti più grandi potrebbero essere maggiormente esposti al fenomeno rispetto a quelli più piccoli: i ragazzi di 15 anni riportano una percentuale di episodi maggiore rispetto a quelli di 11 anni. “Nel mondo, ogni 5 minuti muore un bambino a causa di qualche forma di violenza. Moltissimi altri convivono con le cicatrici causate da violenza fisica, sessuale e psicologica, che va dalle percosse al bullismo, aggiunge Samengo.
Stato di ansia costante
Aggiunge il presidente di Unicef Italia: “In un mondo digitale, la violenza che i bambini affrontano nelle loro case, scuole e comunità è spesso amplificata da sms, foto, video, email, chat e social media. A differenza del bullismo esercitato di persona, il cyberbullismo può raggiungere la vittima dovunque, in qualsiasi momento, spesso lasciando il bambino bullizzato in uno stato di ansia costante“. L’aumento del cyberbullismo riflette la rapida espansione dell’accesso a Internet dei bambini e dei giovanissimi. In 7 Stati europei oggetto di indagine la percentuale di bambini e adolescenti fra gli 11 e i 16 anni vittime di cyberbullismo è aumentata dal 7 al 12% in quattro anni.